Il 9 aprile di 80 anni fa il pastore luterano veniva impiccato dai nazisti
(ve) “Non è l'atto religioso a fare il cristiano, ma il prendere parte alla sofferenza di Dio nella vita del mondo”. Dietrich Bonhoeffer (1906-1945), pastore luterano, pensatore visionario e resistente al nazismo, fu impiccato a 39 anni dal regime hitleriano quando mancavano pochi giorni alla fine della guerra. Teologo impegnato, predicatore intransigente, educatore nell’anima, uomo di preghiera, profeta di una chiesa in divenire, resistente, martire: Bonhoeffer fu tutto questo. In lui attivismo cristiano, azione politica e riflessione teologica sono inestricabilmente legati.
Proprio in questi giorni l’editrice protestante Claudiana pubblica il volume Gli scritti dal carcere di Bonhoeffer. Una guida alla lettura a cura del teologo valdese Fulvio Ferrario, tra i massimi esperti italofoni di Dietrich Bonhoeffer. Con questo nuovo libro Ferrario guarda al significato delle lettere e dei documenti prodotti dal pastore luterano durante il periodo della sua detenzione. In particolare sono oggetto di analisi "Resistenza e resa", l’epistolario con Eberhard Bethge e con i genitori, ma anche quello con la giovanissima fidanzata, Maria von Wedemeyer, nonché i dei tentativi letterari del teologo in carcere. Questo volume fornisce un inquadramento storico, una lettura teologica e una rassegna della critica relativamente a questo corpus testuale, cercando di tener conto del dibattito internazionale.
“Tempo dello Spirito” (ReteDue – RSI), la rubrica radiofonica di spiritualità evangelica a cura di Luisa Nitti, ha intervistato Fulvio Ferrario. È possibile riascoltare l’intervista di Gaëlle Courtens cliccando qui (dal minuto 10’50”). Buon ascolto!