Lettera aperta delle chiese e organizzazioni umanitarie cristiane al capo del DFAE
(ve/gc) “Ora è il momento di agire, perché domani potrebbe essere già troppo tardi per milioni di persone. A fronte della tradizione umanitaria del nostro Paese siamo chiamati, ed è chiamato anche lei, ad intervenire attivamente”: così in una lettera aperta indirizzata al consigliere federale Ignazio Cassis, capo del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), il 13 febbraio si sono espresse Caritas Svizzera, Azione Quaresimale, HEKS/ACES, Chiesa evangelica riformata in Svizzera e Conferenza dei vescovi svizzeri.
“Con grande preoccupazione stiamo seguendo i recenti sviluppi intorno alla decisione degli Stati Uniti di sospendere i contributi alle organizzazioni dell’ONU, come l’Organizzazione mondiale della salute, nonché di chiudere l’autorità preposta alla cooperazione allo sviluppo USAID – si legge nella lettera, che così prosegue -:Questo ha gravi ripercussioni sul sostegno mondiale per i più indigenti. Innumerevoli programmi nell’ambito degli aiuti umanitari e nella cooperazione internazionale rischiano di non poter più portare avanti il proprio operato. Le conseguenze per milioni di donne, bambini, anziani, malati nonché persone disabili nelle regioni più precarie del mondo sarebbero fatali. Tutto questo succede in un periodo in cui assistiamo come non mai a molte crisi e numerosi conflitti paralleli a livello globale”.
La lettera porta la firma di Peter Lack, direttore Caritas Svizzera; Bernd Nilles, direttore Azione Quaresimale; Walter Schmid, Presidente del consiglio di fondazione HEKS/ACES; Rita Famos, presidente Chiesa evangelica riformata in Svizzera; il vescovo Charles Morerod, presidente Conferenza dei vescovi svizzeri.
I firmatari fanno appello al Consiglio federale, richiamandosi alle responsabilità della Svizzera, “guardiana della Convenzione di Ginevra”, e agli obiettivi dell’Agenda ONU 2030. Pertanto, lo invitano a muoversi con urgenza a livello diplomatico “per mantenere le strutture umanitarie, in particolare nell’ONU”. Rivolgendosi a Ignazio Cassis, i mittenti scrivono: “La preghiamo inoltre di impegnarsi a nome della Svizzera affinché i Paesi più benestanti si assumano le proprie responsabilità nei confronti dei soggetti più poveri al mondo e che non venga più ulteriormente erosa la cooperazione allo sviluppo. La Svizzera deve assumere un ruolo guida in questo atto di forza globale”. (La lettera aperta è scaricabile qui.)