USA. Abbiamo eletto un despota

Che ruolo ha avuto la religione?

22 gennaio 2025  |  Julie Polter

Proponiamo la traduzione in italiano di un’intervista pubblicata sulla rivista statunitense Sojourners e che anticipa i contenuti di un saggio di prossima uscita della giornalista Katherine Stewart, esperta di autoritarismo.

A novembre, con l’elezione di un leader autoritario a capo dell’esecutivo, gli Stati Uniti si sono messi in paro con paesi come, tra gli altri, l’Argentina (Javier Milei), l’India (Narendra Modi) e l’Ungheria (Viktor Orbán). Nel caso di Donald Trump, esempi di queste tendenze di estrema destra includono piani di deportazioni di massa, la promessa di sostituire i dipendenti dell’amministrazione apartitici con impiegati lealisti e la minaccia di condurre a processo i critici della sua politica.
Come siamo arrivati a questo punto? E che cosa ci serve sapere per limitare i danni, salvare ciò che possiamo salvare e chi possiamo salvare e lavorare per un futuro più libero ed equo? Qualcuno tra noi potrebbe sentirsi stanco e sconfitto, ma la giornalista Katherine Stewart, che da oltre 15 anni indaga sul movimento autoritario, ci incoraggia a essere curiosi: “Non possiamo affrontare i nostri problemi se non sappiamo quali sono”. Questi problemi includono “decenni di investimenti in un più ampio movimento antidemocratico che non si sarebbe dissolto nemmeno se fosse stato sconfitto alle urne in questo ciclo elettorale”.

Soldi, bugie e Dio

Nel libro di prossima pubblicazione Money, Lies, and God: Inside the Movement to Destroy American Democracy (“Soldi, bugie e Dio: dentro il movimento che vuole distruggere la democrazia statunitense”) Stewart esplora una rete di bizzarre alleanze alla guida di un vasto movimento autoritario negli Stati Uniti e all’estero. Gli attori di questa rete hanno motivazioni diverse. Finanziatori ultraricchi mirano a distruggere lo Stato regolatore per acquisire ricchezze ancora maggiori, convogliando risorse verso gruppi che perseguono i loro scopi. Accademici e protoaccademici della “New Right” (“Nuova destra”) promuovono l’affermazione delle loro ideologie preferite. Vecchi strateghi politici trovano nuovi alleati nella caccia al potere.
Sebbene molti dei finanziatori e dei più potenti attori all’interno del movimento non siano cristiani e nemmeno religiosi, i simboli cristiani, i pastori e le chiese vi hanno svolto un ruolo determinante. Leader cristiani – evangelicali bianchi, ma anche cattolici conservatori, pentecostali e altri – e le distorte teologie da loro spacciate, hanno contribuito a convincere gli elettori che ci troviamo in uno stato di emergenza. Questi cristiani vedono nelle paure concernenti la sessualità e il genere, l’economia e i cambiamenti demografici la prova che l’America ha perso la trebisonda e ha bisogno di essere salvata da un uomo forte.

Tra gli altri libri di Katherine Stewart si ricordano The Good News Club: The Christian Right’s Stealth Assault on America’s Children (2012) e The Power Worshippers: Inside the Dangerous Rise of Religious Nationalism (2020), che ha ispirato il documentario del 2024 God & Country.

Come si spiega ciò che è accaduto alle elezioni presidenziali statunitensi del 2024?
Nel 2020 molte persone che si erano decise di per votare per Biden, lo avevano fatto esplicitamente come un voto contro Trump; questa volta semplicemente non hanno votato per Harris. Abbiamo un paese in cui dal 40% al 50% della popolazione rinuncia al voto – ma puoi mobilitare un numero enorme di persone attraverso le loro comunità religiose; puoi davvero cambiare un distretto se convinci le chiese e le comunità religiose di destra a esprimere il proprio voto. Il movimento nazionalista cristiano funziona un po’ come una gigantesca macchina per la partecipazione elettorale. Molti americani hanno votato per Trump semplicemente perché il pastore ha detto loro che i repubblicani sono persone etiche e i democratici vogliono invece distruggere la famiglia americana. Non è vero, ma questo è il messaggio che è arrivato a molte persone.
Il fatto che un criminale condannato e noto stupratore che ha tentato di ribaltare una precedente elezione abbia trionfato alle presidenziali del 2024 rappresenta un fallimento epico da parte di molte delle principali istituzioni della nostra società. Rappresenta un fallimento del sistema giudiziario che non è stato in grado di chiedere conto a questo individuo. Rappresenta il fallimento di gran parte del sistema educativo nell’aiutare gli studenti a distinguere tra notizie e propaganda. Rappresenta un fallimento del partito repubblicano, rivelatosi incapace di rimuovere candidati vergognosamente inadeguati alla carica. E, francamente, ritengo che rappresenti il fallimento di una vasta porzione dell’opinione pubblica americana, che non ha capito quali sono i doveri fondamentali di ogni cittadino. È necessario un autentico esame di coscienza.

Che cosa ci dice la sua inchiesta su ciò che dobbiamo attenderci da questa amministrazione?
Trump offre ai suoi sostenitori bugie, motivi di risentimento e una visione. Ma il semplice fatto che abbiano votato per lui non significa che ne beneficeranno davvero in modo sostanziale, concreto, perché per la maggior parte di loro non sarà così. Trump sposa questa demagogia con un’agenda di estrema destra che chiede di disinvestire nei progetti pubblici e nelle prestazioni sociali. Vuole sostituire funzionari federali assunti per talento e competenze con lealisti e questo non è certamente sintomatico di un governo forte ed efficace. Soltanto perché un gran numero di persone ha votato per lui non significa che quelle stesse persone saranno contente dei risultati. Ma lui cercherà di far passare i suoi fallimenti per vittorie. La destra ha creato una macchina della disinformazione talmente potente – una macchina della propaganda – che è difficile veicolare quel messaggio.

Lei scrive che “se anche qualcosa del conservatorismo sociale della vecchia destra religiosa fosse rimasto, si è spento per essere sostituito da autoritarismo o fascismo”. Che cosa significa?
Ci sono diversi tipi di leader. Abbiamo pastori e leader religiosi che coinvolgono la base, come Lance Wallnau e John MacArthur. Ci sono poi finanziatori come i fratelli Wilks, Richard Uihlein, i fratelli Koch, la famiglia DeVos/Prince e Tim Dunn. Queste persone hanno agende alquanto diverse. In effetti alcuni dei finanziatori non sono religiosi o non sono cristiani – come Barre Seid, che ha fatto la donazione politica più cospicua della storia: 1,6 miliardi di dollari.
C’è poi una compagine di persone che è davvero alla guida del movimento nazionalista cristiano e che gestisce la macchina elettorale get-out-the-vote per incoraggiare le persone a votare. Personaggi come Ralph Reed, Tony Perkins, Chad Connolly, Bob McEwen o membri di gruppi di rete come Ziklag, che mette in contatto ricchissimi finanziatori del movimento con politici e organizzatori, e il Council for National Policy, anch’esso punto d’incontro tra la leadership organizzativa e i finanziatori. Questa schiera ha convertito con successo una rete di decine di migliaia di chiese conservatrici in una vasta ed efficace operazione politica partigiana.
Abbiamo poi un potente gruppo di pensatori della New Right, la nuova destra, alcuni dei quali aderiscono a ideologie che hanno preso una piega molto esplicitamente antidemocratica.
Questi diversi tipi di leadership lavorano insieme. Ma non condividono tutti la medesima agenda. In realtà i loro programmi sono a volte molto in contrasto tra di loro. I finanziatori vogliono politiche plutocratiche che favoriscano l’espansione delle loro ricchezze e molti dei pastori lavorano più sul fronte della guerra culturale. Ma fanno tutti parte di questo movimento antidemocratico.

Che cosa tiene insieme attori e programmi così differenti?
Un'idea di fondo condivisa sia dalla mentalità nazionalista religiosa, che da quella antidemocratica più ampia, è che ci troviamo di fronte a una catastrofe assoluta. La società è minacciata da persone - laicisti o democratici - che vengono spesso rappresentate come demoniache o sotto il controllo di Satana.
Se affrontiamo questa catastrofe assoluta come nazione, siamo in uno stato di emergenza permanente e ciò giustifica il ricorso a qualsiasi mezzo. Il Claremont Institute e altre organizzazioni della nuova destra hanno promosso una versione secolare di queste idee prima del 2016. Hanno usato tali idee per giustificare il tentativo di colpo di Stato da parte di Donald Trump e del movimento MAGA. Ovviamente c’è anche un corrispettivo religioso. Ciò che è di cruciale importanza comprendere riguardo a questo discorso di emergenza permanente è che, sia storicamente sia adesso, è sempre connesso alla celebrazione del governo dell’uomo forte.
L’idea è che se stiamo affrontando un’emergenza permanente, qualsiasi corrotto accordo sottobanco, qualsivoglia alleanza con un leader corrotto, qualsiasi violazione delle regole della democrazia va bene per salvarci da questo destino apocalittico. Gli intellettuali e i pensatori dietro la nuova destra sono francamente molto espliciti a questo riguardo. Insieme con i loro finanziatori oligarchici vogliono costituire una nuova élite. Vogliono avere il controllo. E vogliono distruggere il consenso democratico perché non credono che potrà mai dar loro le politiche da essi auspicate.

La fede, come viene impiegata nell’offensiva contro la democrazia americana?
I cristiani che respingono la politica di conquista e di divisione, che io credo siano la maggioranza dei cristiani americani, devono capire che la loro fede è soggetta ad abusi e sfruttamento. Non è colpa loro se ci sono persone che invocano Gesù e la loro fede per perseguire i loro programmi autoritari, ma dovrebbero essere consapevoli di ciò che sta accadendo. Tra chi è impegnato a difendere il cristianesimo in chiave non autoritaria ricordiamo Christians Against Christian NationalismFaithful America, i New EvangelicalsNetwork Lobby for Catholic Social JusticeVote Common Good e il Baptist Joint Committee for Religious Liberty. Ma non sono movimenti equivalenti.
Il movimento antidemocratico dispone di risorse economiche illimitate e di una lunga tradizione a livello organizzativo. Coloro tra noi che sostengono la democrazia sono la maggioranza ed è necessario che ci impegniamo, non soltanto a livello nazionale, ma anche a livello locale. Dobbiamo riconoscere che il movimento antidemocratico è diviso. Ciò che vogliono i finanziatori non è necessariamente ciò che vuole la base. Queste spaccature dovrebbero essere esplorate e sfruttate. La gente deve capire che la separazione tra chiesa e Stato rafforza di fatto la democrazia e la libertà religiosa e vale la pena difenderla.
La gente chiede sempre: “Che cosa possiamo fare?”. La disgregazione della comunità locale è una parte importante di tutto questo: scuole non adeguatamente finanziate, una crisi abitativa che rende più difficile tirare avanti, l’erosione dei diritti dei lavoratori, le politiche economiche di estrema destra promosse dai finanziatori del movimento antidemocratico, o chiese cristiane di cui gli estremisti hanno assunto il controllo. Sono tutti fattori che contribuiscono grandemente a erodere le comunità. 
Ciò che invece costituisce una solida base per le comunità aiuta anche a creare un futuro democratico più forte. Una delle ragioni per cui la destra ha avuto tanto successo nelle guerre culturali nelle scuole è che molte persone se ne stanno con le mani in mano e non si fanno coinvolgere. Danno per scontate queste istituzioni, ma quando si fanno da parte intervengono gli estremisti. L’aspetto positivo, ovviamente, è che questa battaglia sulla pubblica istruzione ha finito per attirare persone sensibili, progressiste e moderate che adesso vi partecipano attivamente, mentre prima lasciavano semplicemente che la macchina funzionasse da sé.
È difficile trovare il tempo per partecipare alle iniziative locali di costruzione della comunità, poiché siamo tutti così presi dal lavoro e dalle famiglie e dalla cura degli anziani e dalla preoccupazione di portare del cibo in tavola e così via. Gruppi [ben finanziati e focalizzati] come Moms for Liberty hanno un vantaggio sulle persone che si preoccupano semplicemente dell’educazione dei propri figli e vogliono che le cose continuino ad andare come vanno normalmente.
Abbiamo il potere. Dobbiamo semplicemente usarlo.

Quali sono, sulla base della sua inchiesta, le strategie da adottare per sconfiggere queste forze antidemocratiche?
Chi di noi crede nella democrazia e desidera ristabilirla deve ragionare sul lungo termine. Dobbiamo investire in un movimento legale che affermi i nostri principi costituzionali e i principi della giustizia e del pluralismo, che rifletta i principi migliori della democrazia. Abbiamo bisogno di gruppi politici che in qualche aspetto siano speculari ai gruppi politici di estrema destra. Abbiamo bisogno di organizzazioni in rete. Abbiamo bisogno di finanziatori che ci credano. Dare soldi a politici o investirli in soluzioni tecnocratiche non è efficace quanto investire in individui e organizzazioni e reti.
Ci sono molte organizzazioni religiose là fuori che cercano di ripudiare il nazionalismo cristiano e di ripudiare le politiche di dominio e conquista che il movimento rappresenta. Ma non hanno nemmeno una minima parte dei finanziamenti che organizzazioni [di destra] come Faith Wins o Watchmen on the Wall o altre reti di pastori hanno. È un movimento che afferma di stare dalla parte della famiglia americana, tuttavia sostiene personaggi le cui politiche rendono molto più difficile la vita delle famiglie americane.

Oltre alla necessità di infrastrutture, finanziamenti e strategie per costruire un solido movimento pro-democrazia – c’è un ruolo per le conversazioni a faccia a faccia con amici o familiari con convinzioni autoritarie?
Penso che valga sempre la pena avere tali conversazioni. Permettono di scoprire che molti di loro hanno a cuore le proprie famiglie. Hanno a cuore le proprie comunità. Credono davvero di star facendo ciò che è meglio per la nostra società, ma, sfortunatamente per molti di loro, le loro buone intenzioni sono state sfruttate al servizio di un programma che danneggia la nostra democrazia, divide le nostre comunità e promuove l’odio e la divisione.
Molti americani sono stati attirati in queste bolle di disinformazione e altre iterazioni di pensiero complottista. Una volta che sono state attirate in queste bolle di disinformazione, diventa molto difficile raggiungere queste persone, perché sono continuamente esposte a tali messaggi. Sono stati compiuti cospicui investimenti per trasformare in arma i loro motivi di risentimento – scoprire quelli che possono essere legittimi motivi di risentimento per poi utilizzarli come un’arma da rivolgere contro un presunto nemico.
Di solito puoi trovare qualcosa che avete in comune e poi cercare di mettere in evidenza qualunque sia il loro problema, le incoerenze nei messaggi antidemocratici e le motivazioni delle persone che vi stanno dietro. La realtà sul campo è difficile, ma penso al motto che ho appreso dal rev. Kelly Brown Douglas: “La speranza è nella lotta”. (trad.: G.M. Schmitt)

Questa intervista è stata curata da Julie Polter, redattrice di Sojourners magazine.

Questo articolo è stato pubblicato con l'autorizzazione di Sojourners, +1 (800) 714-7474, www.sojo.net.

 

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