Rita Famos a capo dei protestanti europei

Chiusa a Sibiu l’Assemblea della Comunione di chiese protestanti in Europa

04 settembre 2024

Rita Famos a Sibiu (Romania) (foto: GEKE/CCPE)

(ve/gc) Sabato scorso, 31 agosto, a Sibiu (Romania) il Consiglio della Comunione di chiese protestanti in Europa (CCPE) ha eletto come sua presidente esecutiva la pastora Rita Famos, presidente della Chiesa evangelica riformata in Svizzera (CERiS). Con questa elezione è di fatto la prima donna a capo delle protestanti e dei protestanti europei. 

La affiancano alla presidenza della Comunione altre due persone: il vescovo Marko Titus dall’Estonia e Georg Plasger della chiesa evangelica della Renania. Invece Martin Hirzel, direttore delle relazioni esterne e delle opere della CERiS, è stato eletto dall’Assemblea della CCPE come membro supplente del Consiglio, composto da dieci esponenti in rappresentanza di tutte le regioni europee.

“Questa nostra rete di chiese evangeliche unisce protestanti di tutta Europa. Plasmati dai nostri diversi contesti, è impegnativo ma arricchente restare in dialogo gli uni con gli altri”, ha detto Rita Famos, sottolineando la sinodalità dell'Assemblea e la capacita di questo organismo di costruire ponti, anche se le posizioni possono sembrare talvolta inconciliabili. “Abbiamo dichiarazioni chiare, ma siamo aperti ad altre opinioni. Ascoltando, possiamo anche rivedere le nostre opinioni”, ha aggiunto Famos.

In particolare, Rita Famos è rimasta impressionata dalla presenza di rappresentanti ecclesiali provenienti dall’Irlanda, dalla Croazia, dall’Ucraina e dalla Russia. A una tavola rotonda hanno discusso del tema “Il tempo della speranza – Le chiese attrici del superamento delle guerre e dei conflitti”. Secondo Famos questo incontro ha fornito una testimonianza eloquente di quello che la comunione evangelica è in grado di compiere nelle zone di conflitto.

Rita Famos ha dunque presentato l’agenda dei lavori per i prossimi sei anni: la questione dell'immagine dell'essere umano da un punto di vista teologico, le crescenti possibilità dell'intelligenza artificiale e le questioni bioetiche saranno esaminate da una prospettiva protestante; verrà inoltre affrontato il tema del denominazionalismo in un mondo post-denominazionale; proseguirà il dialogo con le chiese battiste, cattoliche e anglicane; e verranno affrontati i temi della migrazione, dell'etica della pace e della teologia del cambiamento.

La 9. Assemblea generale della CCPE si è svolta dal 28 agosto al 2 settembre a Sibiu, all’insegna del motto: “Nella luce di Cristo - Chiamati alla speranza”. Vi hanno preso parte i rappresentanti di un centinaio di chiese luterane, metodiste, riformate e unite di oltre trenta paesi dell’Europa e del Sudamerica. Insieme rappresentano circa 50 milioni di cristiane e cristiani protestanti. La CERiS ha sin dagli inizi della CCPE (che rasale alla “Concordia di Leuenberg” firmata vicino Basilea più di 50 anni fa) una posizione di spicco all’interno del Consiglio e spesso assume altresì un ruolo attivo nella presidenza.

Il Segretario generale Mario Fischer ha concluso spiegando quale sia stato per lui il momento più importante: “Siamo riusciti ad adottare tutti i piani per il futuro. L'importanza della Concordia di Leuenberg ci è diventata chiara”. La prima sfida? Ormai la teologia è praticata in modo diverso a livello globale rispetto alle chiese tradizionali d'Europa, il che è evidente anche nelle chiese della migrazione in tutto il continente. I teologi europei stanno raggiungendo i limiti delle loro competenze linguistiche e culturali, quindi dovranno pensare la teologia in modo nuovo a causa dell'apporto delle chiese di migrazione. 

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