A Karlsruhe l’11. Assemblea del Consiglio ecumenico delle chiese
Per cristiani e cristiane di tutto il mondo la città tedesca di Karlsruhe (Baden-Württemberg) nei prossimi giorni sarà al centro dell’attenzione. Dal 31 agosto all'8 settembre oltre 3500 delegati di 349 chiese si riuniranno qui per l'11. Assemblea del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC). Gli organizzatori si aspettano numerosi visitatori da tutto il mondo. In qualità di membro fondatore del CEC la Chiesa evangelica riformata in Svizzera (CERiS) non solo vi partecipa, ma è anche tra i promotori dell'evento.
Tra i membri della delegazione elvetica a Karlsruhe ci sarà anche Magdalena Zimmermann, vicedirettrice di Mission 21, storico ente protestante con sede a Basilea. "Il CEC è molto importante per noi perché la maggior parte delle chiese con cui lavoriamo ne sono membro", afferma Zimmermann, che è anche presidente del Consiglio missionario protestante svizzero, per il quale partecipa all'Assemblea in qualità di osservatrice. Non vede l'ora di scoprire la vasta gamma di offerte, dagli eventi in plenaria ai workshop e ai programmi di incontro.
Secondo la teologa il motto "L'amore di Cristo conduce il mondo alla riconciliazione e all'unità" offre una vasta gamma di argomenti che coprono temi sociali e politici scottanti - come la guerra in Ucraina, il cambiamento climatico o la situazione post-pandemia. Il fatto che il motto faccia riferimento all'amore di Cristo è una novità. La domanda alla base è "dove troviamo la forza per realizzare qualcosa di buono in questo mondo sempre più diviso e polarizzato", fa notare Zimmermann.
Dall'Assemblea si aspetta che "renda visibile la 'chiesa mondiale', composta da diversi paesi e culture. Nel nostro paese si parla di un calo di adesioni, mentre il centro del cristianesimo si è spostato nel Sud globale", dove il numero dei cristiani e delle cristiane sta aumentando in modo significativo, così come in Cina. "Prendere coscienza di questo, lo trovo emozionante - aggiunge Zimmermann -, soprattutto a Basilea, da dove i missionari sin dal 19. secolo furono inviati nel mondo a predicare il Vangelo. Oggi la situazione si è ribaltata. Ma il cristianesimo continua a crescere, in altri luoghi e con altre modalità di espressione".
Il CEC rappresenta circa 580 milioni di persone di fede cristiana in oltre 120 paesi. La 10. Assemblea del CEC si era tenuta nel 2013 a Busan, in Corea del Sud. In Europa, l'ultima volta che il massimo organo decisionale del CEC si riunì fu 53 anni fa, nel 1968 a Uppsala, in Svezia. L’organismo nasce ad Amsterdam (Paesi Bassi) nel 1948, ed è composto da chiese evangeliche, cristiano-cattoliche, anglicane ed ortodosse, ma la più grande denominazione cristiana, la chiesa cattolica romana, non è membro del CEC.
Zimmermann si aspetta che l'Assemblea prenda una posizione chiara sulla guerra in Ucraina. I rappresentanti del CEC si sono recati in Ucraina all'inizio di agosto per assicurare che i delegati ucraini potessero partecipare all'Assemblea. A Karlsruhe si parlerà della eventuale membership della Chiesa ortodossa ucraina, staccatasi dal Patriarcato di Mosca. Il Patriarca di Mosca Kirill è stato invitato all'Assemblea, ma nulla si sa sulla sua effettiva partecipazione a Karlsruhe. Magdalena Zimmermann ritiene sbagliato e fuori dalla realtà cercare il dialogo con Kirill. "L'ortodossia russa sta facendo sistema con Putin sotto la guida di Kirill. Il patriarca sostiene il sistema autocratico e riceve in cambio privilegi. Un sistema del genere non può essere affrontato con la mediazione. Unica opzione è rifiutarlo senza esitazione". Il CEC ha un compito profetico, sottolinea la teologa: "Una chiesa che si appella al Vangelo non può rimanere in silenzio e nemmeno essere neutrale quando un importante rappresentante di una grande chiesa come Cirillo strumentalizza e abusa la religione".
Zimmermann ricorda che la guerra imperversa da decenni in molti paesi, come lo Yemen, la Siria e il Sud Sudan. Il CEC sta anche lavorando a una dichiarazione sul conflitto in Medio Oriente. Per molte persone i conflitti violenti fanno parte della vita quotidiana. "È importante che i paesi del Sud globale si facciano sentire con forza e mi aspetto che il CEC ascolti la loro voce e non si faccia distrarre dagli interventi degli ortodossi russi", dice ancora Zimmermann.
Il cambiamento climatico è particolarmente preoccupante per le giovani generazioni dei paesi del Sud, afferma Magdalena Zimmermann. "Fanno giustamente notare che devono sopportare le conseguenze dell'elevato consumo energetico dei paesi industrializzati". Alluvioni e siccità hanno conseguenze esistenziali. I disastri climatici causano sfollamenti, fame e guerre. Dal punto di vista della lotta alle emissioni di CO2, l'incontro di Karlsruhe pone il CEC e i suoi ospiti di fronte a un dilemma. "Chi, mentre sale su un aereo per Karlsruhe non sente di avere la coscienza sporca, non ha ancora compreso la gravità della situazione", afferma Zimmermann. Tuttavia, la teologa si rende conto che è praticamente impossibile creare un senso di comunità attraverso l’online. Niente favorisce la comprensione e la fiducia meglio degli incontri personali. Sarà necessario anche capire come gestire questo problema in futuro. A conclusione dei lavori dell’11. Assemblea del CEC Magdalena Zimmermann si augura una presa di posizione sulla grave situazione mondiale con guerre, cambiamenti climatici, nazionalismo e polarizzazione, "una dichiarazione che possa scuotere gli animi". (da: kirchenbote-online.ch; trad. e adat.: G. Courtens)
L'11. Assemblea del CEC si svolgerà su invito congiunto della Chiesa evangelica in Germania (EKD), della Chiesa evangelica del Baden, del Consiglio delle chiese cristiane in Germania, dell'Unione delle Chiese protestanti in Alsazia e Lorena e della Chiesa evangelica riformata in Svizzera. Il 31 agosto, ad aprire il lavori con un suo intervento, sarà il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier.