Nel passaggio fra le generazioni l’appartenenza religiosa si stempera
Far battezzare i propri figli o andare regolarmente in chiesa: sono comportamenti non più scontati, nella società svizzera odierna. La cosiddetta secolarizzazione è in crescita nel nostro paese, come in tutte le società occidentali. Meno chiesa, meno religiosità, ma non per questo meno spiritualità.
La meditazione, lo yoga, pratiche di guarigione spirituale, sostituiranno via via la religione intesa in senso tradizionale? Se ne discute oggi ampiamente, fra studiosi e sociologi della religione.
Eva Baumann-Neuhaus dell’Istituto svizzero di sociologia pastorale di San Gallo e il sociologo della religione Jörg Stolz dell’Università di Losanna hanno preso parte a un nuovo studio sul cambiamento del fenomeno religioso, che evidenzia come la religione stia diventando una variabile sempre meno importante, nella vita delle persone. Le generazioni più giovani, inoltre, sono meno religiose di quelle che le hanno precedute. “A livello individuale - spiega Stolz - le persone pregano sempre meno, vanno meno spesso in chiesa e si definiscono sempre meno religiose. Questo lo si osserva anche a livello sociologico - aggiunge -. La religione è sempre meno importante nelle decisioni politiche. Ciò non significa che la religione non possa essere importante come tema, ma non è una ragione per fare politica”.
Quando qui si parla di religione, ci si riferisce principalmente a quella di carattere istituzionale. “Nel lavoro - dice Baumann-Neuhaus - rileviamo questa marcata rottura con la tradizione e la perdita di significato della religione stessa, intesa in senso tradizionale. Tale fenomeno naturalmente ha a che fare con lo sviluppo e con il cambiamento sociale”.
Sono molteplici e interconnesse le cause del fenomeno detto di secolarizzazione. L’individuo, nella società odierna, è sempre più autodeterminato, in ogni settore della vita e anche in quello spirituale e religioso: può decidere se e fino a che punto appartenere a un’istituzione religiosa.
“Non è facile individuare una sola causa per questo fenomeno - spiega Stolz -. Vediamo che nel mondo ci sono molti fenomeni correlati ad una forte secolarizzazione. Paesi che sono più ricchi, in cui le persone sono più al sicuro e maggiormente alfabetizzate, paesi in cui troviamo un più robusto stato sociale: tutti questi aspetti sono fortemente correlati con la secolarizzazione. Nei paesi occidentali fortemente sviluppati le persone in genere sono meno religiose rispetto a coloro che vivono in paesi meno sviluppati. Non sappiamo precisamente quale di questi tanti fattori sia davvero centrale, ma in generale possiamo dire che con il crescere della modernizzazione, diminuisce la religiosità”.
La socializzazione religiosa rimane comunque un fattore presente nelle società di oggi. Questa avviene certamente nella famiglia di origine, ma anche nella scuola. “Oggi poi - spiega Baumann-Neuhaus -, c’è un potenziale di socializzazione anche e sempre di più nello spazio virtuale, grazie alla crescente digitalizzazione”.
Jörg Stolz ha esaminato i cambiamenti che avvengono di generazione in generazione, giungendo alla conclusione che le generazioni più giovani sono meno religiose di quelle più anziane. “In diversi studi condotti in altri paesi occidentali - Francia, Germania, Gran Bretagna, Stati Uniti, Australia - è stato dimostrato, in modo molto simile, che ogni generazione è un po’ meno religiosa di quella che l’ha preceduta. E il salto avviene in particolare nell’adolescenza, che è il periodo della vita in cui si entra in contatto con la religiosità e da lì in poi questa rimane costante nel corso della vita”. La religiosità quindi non diminuisce nell’ambito della singola biografia, ma piuttosto nel salto fra una generazione e l’altra.
La religione in senso tradizionale vede ridursi la sua influenza nella vita delle persone, d’altra parte lo spazio della spiritualità è in espansione. “La spiritualità va qui definita in modo molto ampio - spiega Jörg Stolz -. È uno stato d’animo che esprime una forte connessione. Può trattarsi di una connessione con la trascendenza, o con le altre persone o con la natura e l’ambiente, o anche con se stessi. Tutto questo è visto da molte persone come spirituale, ma poi ci sono molte forme di spiritualità, i confini sono fluidi”.
(Per riascoltare il servizio radiofonico a cura di Luisa Nitti e andato in onda a "Chiese in diretta" (ReteUno/RSI), clicca qui).