Una risicata maggioranza non vuole misure più incisive a difesa del clima
Con l'eccezione dell'Unione Democratica di Centro UDC, i partiti - da sinistra a destra -, così come un'ampia alleanza di organizzazioni della società civile, hanno sostenuto la nuova legge sul CO2. Ciononostante, le misure previste per ridurre i gas a effetto serra sono state bocciate, seppure con una risicata maggioranza: 1'671'150 elettori hanno detto no, il che corrisponde al 51,6% degli aventi diritto di voto. I sì sono stati 1'568'036, pari al il 48,4% dei votanti. Secondo le prime analisi, il progetto di legge è stato respinto soprattutto nelle zone rurali.
Il risultato lascia ovviamente sgomenti i sostenitori - anche nelle fila della chiesa. "Devo confessare che sono un po' perplesso", dice Kurt Zaugg-Ott, direttore dell'ufficio oeku - chiese per l'ambiente, interpellato dall'agenzia ref.ch. A quanto pare, ha proseguito Zaugg, molte persone in Svizzera non sono ancora consapevoli delle conseguenze del cambiamento climatico. "E dopo il voto di oggi, ci mancano le basi necessarie per fare effettivamente qualcosa al riguardo".
— Kurt Zaugg-Ott
Zaugg-Ott attribuisce il "no" alla campagna promossa della lobby del petrolio prima del voto. Il direttore di oeku, deluso dall'esito della consultazione, ritiene che anche il no nei confronti della legge sul CO2 espresso dai sostenitori della gioventù climatica potrebbe avere influito sull'esito finale. "Si erano pronunciati contro la legge ritenendola troppo poco incisiva", riassume Zaugg.
"Il risultato della consultazione ci rattrista", dice anche Yvan Maillard Ardenti, responsabile del programma per la giustizia climatica dell'organismo protestante svizzero Pane per tutti. Come Zaugg-Ott, anche Maillard riconosce che la campagna dell'Unione Democratica di Centro e della lobby del petrolio è stata determinante per la vittoria del no, e parla anche di "false affermazioni" nella campagna referendaria.
— Yvan Maillard Ardenti
Il governo federale aveva calcolato che la legge avrebbe comportato - per una famiglia media - 100 franchi di spese in più all'anno. Gli oppositori, tuttavia, avevano ripetutamente citato un esempio di calcolo, in cui si parlava di 1000 franchi. "Una simile cifra corrisponde alla spesa di una famiglia che vola in Thailandia diverse volte all'anno e vive in una casa più grande della media. Nulla a che vedere con la realtà ad esempio di un impiegato".
Nonostante la sconfitta di domenica, Maillard Ardenti afferma che il fronte dei sostenitori della lotta contro il cambiamento climatico è determinato a proseguire la propria battaglia. L'Alleanza per il Clima, a cui aderisce anche Pane per tutti, sta elaborando un'iniziativa che intende mettere sotto pressione la piazza finanziaria elvetica richiamandola alle sue responsabilità nei confronti dell'ambiente e del clima. Il settore finanziario - prosegue Maillard - determina infatti una parte importante dell'impronta ecologica della Svizzera. "Ovviamente dovremo fare anche un lavoro migliore per spiegare alla popolazione cosa significa il cambiamento climatico, che cosa possiamo fare per combatterlo e come possiamo finanziare le misure atte a limitarlo".
Il Partito Popolare Evangelico, dal canto suo, ribadisce, in un comunicato stampa, che "occorre reagire rapidamente e mettersi al lavoro per una legge sul CO2 rivista che sia in grado di ottenere il sostegno della maggioranza". In particolare, sostiene il PPE, questo sarà dovere di coloro che hanno fatto fallire l'attuale disegno di legge - "nota bene senza nemmeno presentare un'alternativa costruttiva su come la Svizzera possa raggiungere il suo impegno di dimezzare le emissioni di CO2 entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990".
Il PPE appoggia infine l'idea di un'iniziativa popolare dell'Alleanza per il clima per richiamare alle sue responsabilità climatiche la piazza finanziaria svizzera. (da ref.ch; trad it. e adat. P. Tognina)