Leader religiosi ed esponenti umanitari per un'equa distribuzione del vaccino
(ve/gc) “Il mondo dei prossimi 10 anni può essere più giusto, con più abbondanza e dignità. Oppure, può essere un mondo di conflitti, insicurezza e povertà”. Esordisce così l’Appello a firma di nove leader religiosi mondiali e di esponenti di Agenzie delle Nazioni Unite, nonché di organismi umanitari internazionali, presentato ieri in occasione dell’apertura a Ginevra dell’Assemblea Mondiale della Sanità.
La scelta, per i firmatari, è tra “nazionalismo dei vaccini” o “solidarietà umana”. Perché “nessuno è al sicuro finché non lo siamo tutti”. I firmatari ricordano inoltre la minaccia delle varianti del virus, potenzialmente più infettive e resistenti ai vaccini, motivo per il quale “bisogna agire ora”.
“Nessun paese al mondo è stato risparmiato dalla pandemia”, dicono i firmatari, sottolineando che l'equa distribuzione a livello globale del vaccino anti-Covid è un “imperativo umanitario", e che pertanto è necessario “condividere informazioni e tecnologie”.
Eradicare il coronavirus è anche nell'interesse dei paesi ricchi. "Gli studi dimostrano che se ci concentriamo solo sulla vaccinazione delle popolazioni dei paesi più ricchi, il mondo rischia, nel 2021, perdite globali di PIL fino a 9,2 trilioni di dollari (la metà di cui ricade sui paesi ad alto reddito)".
“Sosteniamo la ‘salute per tutti’ - proseguono i firmatari dell'appello -, dove la vita di ogni persona è valorizzata e dove il diritto di ogni persona all'assistenza sanitaria è garantito. Le persone hanno bisogno di vaccini, ma anche di accesso a operatori sanitari in grado di fornire un adeguato supporto medico”.
L'appello chiede ai partecipanti all'Assemblea Mondiale della Sanità di garantire a tutti i paesi l'accesso ai vaccini e di garantire, in ogni paese, l'accesso ai vaccini a tutti i settori della popolazione, senza alcuna discriminazione. Inoltre, esorta a sostenere finanziariamente, politicamente e tecnologicamente i paesi, affinché l'eradicazione del Covid-19 sia parte di una strategia più ampia per migliorare l'assistenza sanitaria nel mondo.
L’Appello si chiude con la richiesta di un'assunzione di responsabilità da parte dei leader mondiali: “I paesi e le organizzazioni di tutto il mondo hanno un'opportunità unica per affrontare la disuguaglianza globale e invertire alcune delle conseguenze dello scorso anno. Così facendo, porteranno speranza non solo ai più poveri del mondo, ma a tutti noi”.
Hanno firmato l’Appello: Justin Welby, arcivescovo di Canterbury, primate della Comunione Anglicana; Peter Maurer, presidente del Comitato della Croce Rossa Internazionale; vescovo Ivan M Abrahams, segretario generale del Consiglio Metodista Mondiale; metropolita Emmanuel di Calcedonia del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli; pastore Chris Ferguson, segretario generale della Comunione mondiale di chiese riformate; Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’OMS; Filippo Grandi, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati; Henrietta H. Fore, direttrice esecutiva dell’UNICEF; pastore Martin Junge, segretario generale della Federazione luterana mondiale; Azza Karam, segretaria generale di Religions for Peace; Francesco Rocca, presidente della Federazione internazionale della Croce Rossa e delle Società della Luna Rossa; rabbino David Rosen, co-presidente di Religions for Peace; sceicco Ahmed al-Tayeb, grande imam di al-Azhar; card. Peter Turkson, prefetto del Dicastero vaticano per il servizio dello sviluppo umano integrale.