L’organismo con sede a Ginevra denuncia gli attacchi missilistici russi su civili e ospedali
(ve/wcc) In seguito all’attacco missilistico russo partito a tappeto all’alba dell’8 luglio sull’Ucraina, il Consiglio ecumenico delle Chiese (CEC) con una nota ha denunciato “la raffica di attacchi missilistici russi su Kiev e altre aree densamente popolate dell’Ucraina, che hanno ucciso almeno 34 persone e danneggiato gravemente due dei principali ospedali pediatrici del paese, nonché importanti infrastrutture energetiche. È l’ultimo significativo evento in cui è stato evidente il disprezzo per il diritto umanitario internazionale”.
Il segretario generale del CEC, il pastore presbiteriano Jerry Pillay, sottolinea che “tutti coloro che prendono di mira civili e infrastrutture civili lo fanno in violazione dei principi più fondamentali di diritto, etica, morale e religione. In questa guerra brutale derivante dall’invasione illegale e immorale dell’Ucraina da parte della Russia, i civili ne subiscono le conseguenze ogni giorno”.
La nota diffusa dal CEC cita anche un recente rapporto delle Nazioni Unite, il quale afferma che solo da marzo a maggio di quest’anno 436 civili sono stati uccisi e 1760 persone sono state ferite negli attacchi russi contro l’Ucraina. Tuttavia, Pillay tiene a sottolineare che “anche i civili in Russia stanno subendo le conseguenze di questo conflitto inaccettabile”. Il suo appello, che reitera da più di due anni, è perentorio: “Per impedire ulteriore spargimento di sangue e distruzione, tutte queste violazioni devono cessare e la guerra deve finire”.