Dalle colonne di Réforme appelli agli elettori in vista del secondo turno
(ve/gc) A pochi giorni dai ballottaggi per le elezioni legislative in Francia, lo storico settimanale protestante Réforme esce oggi con una prima di copertina inequivocabile, intitolata: “Di fronte all’estrema destra: RESISTERE”. Usa proprio quel "resister" che tanto ricorda la scritta incisa dall’ugonotta Marie Durand nel ‘700 sul bordo del pozzo che si trova ancora oggi nello stanzone della Torre di Costanza, a Aigues Mortes, dove fu imprigionata per 38 anni. Passerà alla storia come una figura esemplare che ha combattuto per la libertà di coscienza in un’epoca contrassegnata da intolleranza e assolutismo.
Le prime 7 pagine del settimanale sono dedicate all'analisi del voto del primo turno, a prese di posizioni nel mondo delle chiese protestanti francesi e non solo, mentre due contributi tematizzano il malessere sia delle comunità ebraiche, sia di quelle islamiche di fronte all’ondata di consensi ottenuta il 30 giugno dal “Rassemblement National” (RN), partito politico di Marine Le Pen.
Un articolo intitolato “Voci protestanti si schierano prima dello scrutinio” fa l’elenco degli esponenti del mondo protestante che in vista del ballottaggio del 7 luglio si sono espressi con molta chiarezza. “Faccio affidamento sul fatto che ci sarà uno slancio democratico per non avere degli estremisti ai vertici in Francia”, ha dichiarato Christian Krieger, presidente della Federazione protestante di Francia (FPF). “Non un voto al RN” ha detto Christian Albecker, presidente dell’Unione delle chiese protestanti d’Alsazia e Lorena, mentre il filosofo Olivier Abel insiste: “Il fronte repubblicano viene prima di ogni altra cosa!”, citando la Notte di San Bartolomeo (il massacro dei protestanti del 1572), un rischio che non esclude si possa riverificare con le politiche dell’estrema destra della “fabbrica dello straniero”.
Con il RN sulla soglia del potere, a dirsi molto preoccupato è Henry Masson, presidente della Cimade, organizzazione di matrice protestante per rifugiati e migranti: "Il nostro progetto è in totale opposizione all'analisi economica, sociologica, politica e umana che il RN fa dell'immigrazione. Questo partito è fondamentalmente xenofobo”.
Anche l’anziano storico e sociologo Jean Baubérot-Vincent mette in guardia: “Se il RN dovesse arrivare al potere, esso non sarebbe in grado di attuare il suo programma e, per giustificare il suo fallimento, colpirebbe duramente il suo capro espiatorio, ovvero gli stranieri. Eppure sono essenziali per la Francia. Lo vedo con mia moglie malata, che beneficia dell'assistenza quotidiana di badanti straniere”.
Per la presidente della Chiesa Protestante Unita di Francia, Emmanuelle Seyboldt, in questa situazione di incertezza le chiese sapranno rimanere luoghi di comunione: "In ogni parrocchia, tutti i voti e tutte le opinioni sono presenti. I membri di Chiesa da sempre sanno che hanno qualcosa di più grande di loro che li unisce, con e nonostante le differenze che in altri luoghi sarebbero inconciliabili”.
Apre il numero di Réforme del 4 luglio un editoriale a firma del teologo Antoine Nouis, intitolato: “Come siamo arrivati fin qui?”, che si conclude con queste parole: “Di fronte a questa situazione inquietante ci si potrebbe disperare. Ma la speranza non è l’augurio che le cose andranno bene, è quel che i teologi chiamano una virtù teologale che proviene dalla nostra relazione con Dio. La speranza è un imperativo indirizzato ad ognuno di noi: non abbandonare mai la lotta per la giustizia e il rispetto delle minoranze, non smettere mai di compiere atti di solidarietà... e non dimenticare di piantare alberi”.