Lanciata una petizione indirizzata al Consigliere federale Cassis
(gc/ve) “Insieme contro la violenza sessualizzata come arma di guerra nel Medioriente”. In vista della Giornata internazionale della donna dell’8 marzo, in Svizzera diverse realtà della società civile e del mondo delle religioni - in uno spirito di superamento delle differenze e per un futuro di dignità e pace - hanno lanciato una petizione indirizzata al consigliere federale Ignazio Cassis, affinché: intensifichi la collaborazione attiva a livello internazionale in organismi come le Nazioni Unite per armonizzare e applicare le leggi e le misure contro la violenza nei confronti delle donne e delle ragazze in tutto il mondo; sostenga finanziariamente progetti in Medioriente che promuovono l'indipendenza economica delle donne; finanzi e promouva programmi educativi in Medioriente finalizzati alla sensibilizzazione sull'uguaglianza di genere e alla prevenzione della violenza contro donne e ragazze; e infine, crei le condizioni in cui la violenza online e gli attacchi discriminatori sui social media possano essere sanzionati in modo più efficace.
“Alla luce del dolore e della sofferenza che hanno scosso il Medioriente dopo il massacro in Israele del 7 ottobre e la successiva guerra a Gaza, riconosciamo l'urgente necessità di superare le divisioni e le polarizzazioni politiche - si legge nel testo della petizione, che così prosegue - : ora più che mai, dobbiamo avere il coraggio di difendere la nostra comune umanità”. E ancora: "condanniamo fermamente lo stupro, la schiavitù, l'umiliazione sotto occupazione, la tortura, la detenzione arbitraria, il rapimento, la presa di ostaggi, la mutilazione, la profanazione, la violenza sessualizzata, i delitti d'onore, l'esclusione dalla vita pubblica e la violenza psicologica contro donne e ragazze”.
Le promotrici dell’appello, che si dicono fermamente contrarie ad ogni forma di antisemitismo e razzismo antimusulmano, hanno dato appuntamento il prossimo 8 marzo a Zurigo, dalle 13 alle 15, presso il Tessinerplatz nel quartiere Enge, per testimoniare - in uno spirito di sorellanza, oltre ogni steccato religioso o ideologico - la necessità di mettere in primo piano i diritti e la dignità delle donne e delle ragazze come parte integrante per la pace in Medioriente.
Il testo integrale della petizione è disponibile qui in tedesco e inglese. La raccolta firme è in corso.
La petizione è stata lanciata congiuntamente dalla politologa e imprenditrice Rachel Manetsch, svizzera di religione ebraica, e dalla svizzero-jemenita Elham Manea, saggista e attivista per i diritti umani, nonché docente di scienze politiche all'Università di Zurigo.