Solidarietà al popolo ucraino dalla più ampia comunità di chiese del mondo
Mentre per il sesto mese consecutivo imperversa la guerra di Putin contro l’Ucraina una delegazione del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) - organismo mondiale che raccoglie 350 chiese evangeliche, ortodosse e anglicane - si è recata nel paese martoriato. La delegazione, guidata dal segretario generale ad interim Ioan Sauca, ha visitato l’Ucraina dal 1° al 5 agosto per ascoltare rappresentanti di chiese locali, nonché di istituzioni statali che si occupano di questioni religiose. Inoltre, la visita era finalizzata anche ad incoraggiare la partecipazione delle chiese ucraine alla prossima assemblea del CEC a Karlsruhe in Germania (31 agosto - 8 settembre 2022).
"Quando una parte del corpo soffre, tutte le parti soffrono con essa. Siamo cristianamente solidali con tutti coloro che soffrono in Ucraina", ha affermato Sauca, ricordando la Dichiarazione del Comitato centrale del CEC del 18 giugno scorso, in cui si legge: “La comunità ecumenica è preoccupata per l'uso improprio del linguaggio religioso teso a giustificare o sostenere l'aggressione armata, in netto contrasto con la chiamata cristiana a essere costruttori di pace. È urgente un'analisi fresca e critica della fede cristiana nel suo rapporto con la politica, la nazione e il nazionalismo”. Nel testo, lungo ed articolato, i delegati riconoscono che “il 24 febbraio 2022 la Federazione Russa ha lanciato un'invasione illegale del suo vicino, uno Stato sovrano”.
Padre Sauca, teologo e pope ortodosso romeno - accompagnato da Odair Pedroso Mateus, vice segretario generale del CEC e direttore della Commissione Fede e Costituzione, e da Ivars Kupcis, responsabile della comunicazione del CEC - ha incontrato gli esponenti del Consiglio ucraino delle chiese e delle organizzazioni religiose (UCCRO). L’organismo interreligioso nato nel 1996 rappresenta una ventina di denominazioni cristiane in Ucraina, nonché le comunità ebraiche e musulmane, e funge da piattaforma attiva per il dialogo e le relazioni con lo Stato.
"Nel mentre continua l'aggressione russa, la vostra iniziativa di renderci visita è molto importante per noi e per tutte le realtà religiose dell'Ucraina", ha dichiarato Marcos Hovhannisyan, vescovo della diocesi ucraina della Chiesa apostolica armena e presidente dell’UCCRO, dando il benvenuto alla delegazione del CEC. I membri dell’UCCRO hanno espresso la speranza che la voce del CEC e delle chiese di tutto il mondo contribuisca a fermare la guerra di aggressione contro l’Ucraina.
In particolare, reiterando l'invito a partecipare alla prossima assemblea generale del CEC, Sauca ha avuto incontri separati con i due “rivali” ortodossi, ossia con il Metropolita di Kyiv di tutta l'Ucraina Onuphry, e con il Metropolita di Kyiv e di tutta l'Ucraina Epiphaniy, i massimi rappresentanti rispettivamente della Chiesa ortodossa ucraina riallacciata al Patriarcato di Mosca, e della giovane chiesa ortodossa d'Ucraina, la cui autocefalia è stata conferita nel 2018 dal Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I.
Sul fronte istituzionale invece, la delegazione del CEC ha incontrato Oleksandr Tkachenko, ministro della Cultura e della Politica dell'Informazione dell'Ucraina; Olena Bogdan, capo del Servizio di Stato dell'Ucraina per gli Affari Etnici e la Libertà di Coscienza; e Oleksiy Dniprov, vice capo dell'Ufficio del Presidente Zelensky.
In tutti gli incontri, Sauca ha sottolineato l'importanza della partecipazione delle chiese ucraine all'imminente assemblea del CEC a Karlsruhe, che sarà un'opportunità per i cittadini ucraini di rivolgersi alla comunità mondiale del CEC, condividendo e pregando insieme per la fine della guerra e il ristabilimento di una pace giusta in Ucraina.