Parlare del conflitto in Ucraina evitando di traumatizzarli
(ve/pt) Di fronte all'invasione russa dell'Ucraina anche i bambini si pongono delle domande. Che cosa sta succedendo in quel paese? Perché la gente muore? E noi, in Svizzera, siamo minacciati?
Come affrontare questo tema con i più piccoli e più giovani? Come spiegare loro che cosa sta succedendo senza scioccarli? Il quotidiano romando "Le Temps" ne ha parlato con lo psichiatra infantile Henry Massie, dell'Accademia americana di psichiatria infantile e adolescenziale.
— Henry Massie
"È importante parlare con i bambini, soprattutto quando chiedono o parlano loro stessi dei combattimenti", afferma Massie, "ma l'esposizione a immagini spaventose deve essere controllata. Il televisore non dovrebbe essere acceso continuamente". I minori di 13 anni, prosegue lo psichiatra, devono essere protetti da tali notizie, perché "la maggior parte dei bambini in questa fascia d'età non ha il quadro cognitivo di riferimento per capire queste informazioni".
Secondo l'esperto, l'informazione va misurata in base all'età dei bambini. "I bambini tra i 4 e gli 11 anni non capiranno la gravità della situazione. Ma dall'età di 12 anni in poi sono in grado di capirne la gravità, anche se molti cercheranno di evitare l'argomento. A 15 anni, i giovani vogliono sapere cosa succede".
Dopo avere raccomandato di limitare l'esposizione dei bambini alle informazioni trasmesse dai media audiovisivi, Massie mette in guardia dal tacere o nascondere la situazione: "Se gli adulti bloccano tutti i canali di comunicazione, i bambini penseranno che stanno nascondendo qualcosa". I bambini cercheranno di capire ciò che è nascosto e "costruiranno poi delle fantasie - altrettanto cattive o peggiori della realtà - su ciò che pensano sia segreto".
— Henry Massie
Ai bambini è importante dire che la Svizzera è un paese molto sicuro. E soprattutto, insiste lo psichiatra, è importante far sapere loro "che tutto il paese farà quello che può per aiutare gli ucraini in difficoltà. In questo modo si dice a un bambino che gli svizzeri non sono impotenti. Il sentimento e l'idea di impotenza è autodistruttivo, cattivo e doloroso".
Henry Massie aggiunge che anche agire può aiutare. "Per esempio, i bambini dagli 8 anni in su possono partecipare alle raccolte pubbliche per i rifugiati". E infine, sottolinea l'esperto, occorre mantenere la routine quotidiana che calma e rassicura i giovani.
"Parlare con bambini e giovani della guerra in Ucraina, e pregare per la pace", è il titolo di un ampio dossier (vai al dossier) pubblicato dall'Istituto di pedagogia religiosa ("Religionspädagogisches Institut") della Chiesa evangelica del Land tedesco Hessen Nassau. Vi si trovano consigli, proposte pedagogiche, modelli di lezione utili per affrontare l'attuale situazione.