La musica di Bach è la migliore del mondo?

Bach entusiasma e consola le persone al di là di tutti i confini

11 giugno 2021  |  Burkhard Weisz

Johann Sebastian Bach (foto Edumus.com)

Si apre oggi l'edizione 2021 del "Bachfest" di Lipsia. Il direttore artistico del "Festival bachiano di Lipsia", Michael Maul, è certo che quella di Johann Sebastian Bach sia la musica migliore del mondo. Nell'intervista di "Chrismon" spiega il perché.

Perché la musica di Bach è la migliore del mondo?

Non conosco alcun altro compositore che sappia entusiasmare, ma anche consolare le persone al di là di tutti i confini geografici, culturali e religiosi. La musica vocale di Bach commuove fino alle lacrime persino persone che non comprendono le parole. Questa musica veicola qualcosa di atemporale. Non conosco alcun altro musicista che abbia lasciato opere musicali così eccelse in così tanti generi diversi.

Che cosa distingue esattamente la sua musica?

Non abbiamo ancora scoperto il codice. Il linguaggio di Bach è palesemente barocco, ma allo stesso tempo incredibilmente vario. Già i suoi contemporanei osservavano come le melodie di Bach fossero bizzarramente ritorte e intrecciate. Non sono necessariamente lineari e orecchiabili. In ogni caso Bach offre agli ascoltatori più opzioni: alcuni ascoltano soltanto le melodie, altri il contrappunto e altri ancora il rapporto fra testo e musica. Alla fine è il concorso di voci, armonie e straordinarie modulazioni che verosimilmente ammalia ogni mente che ascolta Bach e la inonda di bei pensieri.

Michael Maul (foto YouTube)
Ogni mente ovunque nel mondo?

Due anni fa, ad agosto, sono stato invitato a Yamaguchi, in Giappone, dalla “Soft Bach Society”, un’associazione di amatori entusiasti. Ogni anno nella ricorrenza della morte di Bach danno un grande concerto nella locale sala comunale. Il momento più toccante è stato quando due anziani signori sul palco hanno cominciato a cantare accompagnati dagli archi suonati alla tastiera da una giovane donna. Hanno cantato qualche sillaba in stile polifonico, doveva essere qualcosa di Bach, ma non ve n’era traccia nel programma. A un certo punto ho capito: cantavano in coppia il preludio in sol minore dal secondo libro del Clavicembalo ben temprato. Due anziani signori, gli occhi chiusi e in profonda meditazione. Ho pensato: se 300 anni dopo la morte di Bach persone all’altro capo del mondo e radicate in una cultura completamente diversa cantano insieme un preludio dal Clavicembalo ben temprato, percependolo come parte della loro stessa cultura - beh, quanto deve essere potente questa musica per riuscire a far questo?

Lei ha individuato oltre 300 “Cori Bach” nel mondo…

Sì, senza contare le associazioni dedicate specificamente a Bach, ma che non hanno Bach nel nome. All’inizio la mia indagine sui cori aveva semplicemente lo scopo di mostrare ai lipsiani la grande risonanza di Bach a livello mondiale. Poi ci è venuta l’idea di invitarli tutta al “Bachfest 2020”. Non soltanto come ospiti, ma anche come attori: all’insegna del motto “We are family” volevamo celebrare il più grande raduno della comunità bachiana mondiale che fosse mai stato organizzato. Tutti i cori avrebbero dovuto avere l’opportunità di esibirsi nei luoghi di Bach: le chiese di San Tommaso e di San Nicola.

Poi è sopraggiunto il coronavirus e ha dovuto annullare tutto…

La pandemia ci ha raggiunti molto presto. Il Coro Bach di Wellington, Nuova Zelanda, e quello di Ottawa, Canada, ci hanno informato già a metà marzo dello scorso anno dei divieti di viaggio dai loro paesi verso l’Europa. Allora ho scritto a tutti e ho domandato: “Se rimandiamo il progetto al 2022 sarete tutti ancora con noi?” Nel giro di 48 ore è giunta la risposta da tutti i continenti: ottima idea. Siamo decisamente tutti della partita.

Johann Sebastian Bach BWV 245 Johannes Passion live aus der Thomaskirche Leipzig

Il Venerdì santo, 10 aprile 2020, quindi in pieno lockdown, nella chiesa di San Tommaso è andata comunque in scena la Passione secondo Giovanni: con un cantante, una cembalista e un percussionista. Oltre a un coro solista tra i banchi. Ed è stato diffuso in streaming online...

Abbiamo messo in scena la Passione secondo Giovanni in questa modalità dettata dal coronavirus presso la tomba di Bach nella chiesa di San Tommaso e l’abbiamo diffusa in tutto il mondo. Si tratta probabilmente di uno dei più commoventi documenti musicali che la crisi del coronavirus abbia prodotto. Inoltre abbiamo fatto cantare i corali a cantanti da tutto il mondo: i Thomaner, solisti della Fondazione J.S. Bach di San Gallo, coristi del Malaysia Bach Festival, del Coro Bach di Ottawa e molti altri.

Cori in stile conferenze Zoom in cui ogni cantante registra la propria voce a casa e poi i singoli video vengono montati insieme per dar vita a un coro. Come siete arrivati a questo format?

Il primo a farlo è stato David Chin, direttore del Malaysia Bach Festival, con il corale “Befiehl du deine Wege”. Gli ho chiesto: come dobbiamo procedere tecnicamente per far cantare i corali da altri cori e poi montare insieme il tutto? Il giorno dopo mi ha inviato un messaggio su WhatsApp domandandomi a sua volta di suonare il corale al violino e fargli avere la registrazione video entro il mattino successivo. Mia figlia ha ripreso la mia esibizione, davanti al camino. Altre ventiquattro ore dopo ho controllato la posta elettronica: mi aveva inviato un link. David Chin aveva pregato membri del Malaysia Bach Festival, alcuni residenti in Europa e altri in America, di cantare e riprendersi. Poi aveva montato insieme tutti gli interventi. Quando ho visto il risultato, ho pianto di gioia. La famiglia di Bach non si è lasciata abbattere. “Befiehl du deine Wege”, “rimetti la tua vita…”, di Paul Gerhardt si adattava meravigliosamente alla situazione del lockdown, per tutti noi all'epoca ancora nuova e inaspettata. Non sapevamo come sarebbero andate le cose e quelle liriche ci dicevano che eravamo ben custoditi nelle mani di Dio con il nostro destino e la colonna sonora di Bach.

Che cosa significa per lei redenzione?

Quando posso abbandonarmi completamente alla bellezza della musica di Bach. Non c’è nulla che ami di più del sedermi la sera davanti all’impianto stereo con un bicchiere di vino in mano e immergermi profondamente in questa musica. Quando ci riesco e tutto il resto scompare e nuoto semplicemente nel suono e nella simbiosi di parole e musica lasciandomi trasportare da Bach, allora sono liberato da ogni cosa che altrimenti continuerei a trascinarmi dietro.

Bach's Aria Discovered by Michael Maul (BWV 1127)

Nel 2005 lei ha scoperto un’aria autografa di Bach di cui ancora non si conosceva l’esistenza. Che cosa ha provato al momento della scoperta?

È stato elettrizzante. Un’opera vocale inedita di Bach - era accaduto l’ultima volta nei primi anni Trenta. Non avrei mai pensato che proprio nella Biblioteca Anna Amalia di Weimar mi sarei imbattuto in un tesoro del genere. Generazioni di studiosi di Bach avevano già passato al vaglio ogni singolo foglio della collezione di partiture della biblioteca. Ma venni a sapere che un’enorme collezione di “scritti occasionali” era sopravvissuta all’incendio divampato nella biblioteca sei mesi prima: poesie stampate in onore dei duchi di Weimar. Mi ripromisi di esaminarle in modo sistematico. Mezz’ora prima della chiusura della biblioteca mi imbattei nei versi di un pastore di Buttstädt presso Weimar sul motto del duca Wilhelm Ernst: “Tutto con Dio e niente senza di lui”, stampati nel 1713. All’interno, alle pagine sette e otto, qualcuno aveva scritto a mano un’aria per soprano e archi. Mancava il nome del compositore. Una poesia trasposta in canto: “Tutto con Dio e niente senza di lui”. Pensai immediatamente: “Mio Dio, la scrittura sembra quella di Bach e questo brano non c’è nel Bach-Werke-Verzeichnis (catalogo delle opere di Bach). Ebbi la fortuna, a 27 anni, di veder realizzato il sogno più grande di uno studioso di Bach. Quello che per gli sportivi è una vittoria alle olimpiadi.

Il Bachfest Leipzig 2021 si svolge dall'11 al 20 giugno. Il pubblico potrà seguire l'esecuzione del "Messia" in streaming. (da Chrismon; trad. it. G. M. Schmitt; adat. P. Tognina)

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