Un messaggio ecumenico di Natale della Comunità di lavoro delle chiese cristiane nel Ticino
Fare in modo che nessuno si senta solo in questo tempo di Avvento, far sentire a tutti la vicinanza delle chiese: è il centro del messaggio diffuso in questi giorni dalla Comunità di lavoro delle chiese cristiane nel Ticino (CLCCT). Lo firmano le nove chiese cristiane che fanno parte di questo organismo ecumenico nato più di venti anni fa.
È un Natale diverso dal solito, quello che stiamo per festeggiare, gravato dalla paura connessa alla pandemia globale e dai lutti che tante famiglie hanno vissuto in questo anno. Le chiese cristiane ticinesi intendono fare arrivare a tutti un messaggio unitario e di speranza, perché, sostengono, malgrado la situazione, è possibile anche quest’anno trovare i modi più adatti per celebrare e ricordare la nascita di Gesù Cristo.
Don Rolando Leo è presidente della Comunità di lavoro delle chiese cristiane: “Questo Natale così particolare - afferma - ci raggiunge là dove siamo, in un tempo in cui molti di noi sono stati feriti o sono impauriti per il momento che stiamo vivendo”. Per don Rolando Leo bisogna affrontare a viso aperto tutte le disposizioni del Consiglio federale che riguardano la vita della chiesa. Ad esempio il divieto di cantare durante le celebrazioni. “C’è un canto soffocato nel cuore di ogni fedele, nel cuore di ognuno di noi - dice -. Dovremo per quest’anno ‘cantare interiormente’, ma ciò non sarà meno intenso e importante. Un modo diverso di celebrare il Natale”.
Il massaggio di Natale dei cristiani ticinesi è anche un importante segnale di unità, in un tempo di crisi. L’auspicio dei firmatari è che “il nostro dialogo ecumenico si rafforzi proprio in questo tempo di debolezza. Natale, allora come oggi, è avvenuto nelle difficoltà, ma ha portato luce attorno a sé”.
Tra i firmatari del Messaggio, il pastore Daniele Campoli, per la Chiesa evangelica riformata di Lugano. “A Natale - dice il pastore Campoli - siamo fortemente attratti dal messaggio evangelico, anche molto laico e universale, secondo cui un mondo diverso è possibile, perché la bontà è più forte della malvagità e donare e più bello che ricevere: da questa parola, nasce la nostra gioia, che vogliamo comunicare a tutti”. Natale, aggiunge il pastore Campoli, è la nascita di un bambino fragile, che viene al mondo in una situazione precaria. Tutto questo parla anche alle nostre fragilità attuali”.
Il Messaggio di Natale della CLCCT è stato firmato da nove chiese:
Chiesa cattolico romana, Chiesa evangelica riformata, Chiesa evangelica battista, Chiesa cattolica cristiana, Chiesa siro-ortodossa, Chiesa anglicana, Chiesa copto-ortodossa, Chiesa ortodossa e Chiesa copta eritrea.