Gaza. HEKS: Non ci sono più scuse

Il braccio umanitario delle chiese evangeliche svizzere chiede il rispetto del diritto internazionale

24 giugno 2024

(foto: HEKS/CIVITAS)

(ve) L’Ente di Aiuto delle chiese evangeliche in Svizzera (HEKS/ACES) ha diffuso oggi una presa di posizione in cui esprime tutta la sua preoccupazione per la situazione nella Striscia di Gaza, chiedendo un cessate il fuoco immediato, mentre al governo svizzero chiede di prendersi le sue responsabilità. “Le ripetute sentenze e gli appelli della Corte Internazionale di Giustizia (CIG) per proteggere la popolazione civile e garantire l'accesso agli aiuti umanitari sono rimasti finora lettera morta”, fa notare HEKS/ACES, l’ente umanitario della Chiesa evangelica riformata in Svizzera (CERiS), che chiede la fine immediata dei combattimenti, compresa l'offensiva di terra dell'esercito israeliano e il rilascio degli ostaggi da parte di Hamas. Inoltre, al Consiglio federale chiede di fare pressione negli organismi internazionali a favore di un cessate il fuoco immediato e per una pace duratura, in particolare nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

Di seguito la presa di posizione:

Rispetto del diritto umanitario
La richiesta di misure provvisorie avanzata dalla Corte internazionale di giustizia (CIG) il 26 gennaio 2024, che sottolineava il rischio reale e imminente di genocidio, ha evidenziato l'urgenza della situazione. Nell'ordinanza del 24 maggio 2024, i giudici dell'Aia hanno chiesto a Israele di fermare l'offensiva militare a Rafah e di mantenere aperto il valico per garantire la fornitura illimitata di aiuti umanitari. Le decisioni della CIG sono legalmente vincolanti per le parti. Tuttavia, dal punto di vista procedurale, la Corte può imporre misure a Israele solo in quanto parte della Convenzione sulla prevenzione e la punizione del crimine di genocidio. Anche Hamas e altri gruppi palestinesi sono vincolati dal diritto umanitario internazionale. I giudici della CIG hanno anche chiesto l'immediato rilascio delle persone prese in ostaggio da Hamas.
HEKS chiede che tutte le parti in conflitto rispettino incondizionatamente e senza eccezioni il diritto umanitario internazionale, comprese le Convenzioni di Ginevra, i relativi Protocolli e tutte le norme applicabili del diritto internazionale consuetudinario. Condanna inoltre le violazioni gravi e persistenti. Occorre evitare che il conflitto provochi altre vittime a Gaza, in Cisgiordania e in Israele e garantire a tutti l'accesso agli aiuti vitali. Tutti gli ostaggi devono essere rilasciati immediatamente e senza condizioni. HEKS chiede inoltre alle parti in conflitto di rispettare e attuare le decisioni della Corte internazionale di giustizia. La violazione di queste decisioni non solo aggrava la situazione già catastrofica della Striscia di Gaza, ma mina anche le istituzioni che garantiscono il rispetto del diritto internazionale e, di conseguenza, la protezione dei civili in tutto il mondo nei contesti più diversi.

Le responsabilità della Svizzera
Le Convenzioni di Ginevra obbligano tutti gli Stati firmatari a prendere tutte le misure appropriate per porre fine a qualsiasi violazione di tali convenzioni. HEKS chiede al Consiglio federale di adempiere a questa responsabilità e di utilizzare tutti i mezzi a sua disposizione per chiedere agli organismi internazionali, in particolare al Consiglio di sicurezza dell'ONU, che tutte le parti in conflitto rispettino il diritto umanitario internazionale e proteggano incondizionatamente la popolazione civile. Ciò richiede un cessate il fuoco immediato, un accesso sicuro per gli aiuti umanitari e il rilascio degli ostaggi.

Un chiaro impegno per la trasformazione del conflitto
Ora più che mai, di fronte a questa situazione apparentemente senza speranza, è necessario riprendere i negoziati e perseguire approcci sostenibili alla trasformazione del conflitto. Solo così sarà possibile uscire dal conflitto e raggiungere una pace che rispetti la presenza e il diritto all'autodeterminazione di tutti. Dal punto di vista politico, abbiamo bisogno di politici israeliani e palestinesi che abbiano la volontà e la legittimità di impegnarsi in un vero processo di pace. HEKS invita il governo svizzero a utilizzare il prima possibile il suo ruolo storico di mediatore per sostenere, a livello diplomatico, l'avvio di negoziati di pace duraturi e per sostenere l'attuazione dell'ultima risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

HEKS è attiva in Israele/Palestina dal 2006. Prima della recente escalation di violenza, le sue attività si sono concentrate sulla promozione della pace basata sulla giustizia e sul rispetto dei diritti umani. HEKS concentra il suo lavoro sugli attori della società civile che utilizzano mezzi non violenti per risolvere le ingiustizie e i conflitti esistenti. HEKS continuerà a fornire a queste persone spazi in cui negoziare nuove idee, approcci e iniziative, per proporre metodi alternativi di gestione del conflitto. Solo insieme, con il sostegno di una società civile forte, sarà possibile trovare una via d'uscita da questa spirale di violenza e garantire il rispetto dei diritti di tutti gli esseri umani”.

Lo scorso 9 giugno, in occasione del culto di apertura a Neuchâtel della sessione estiva del Sinodo CERiS, la colletta è stata destinata ai progetti HEKS in Israele e Palestina, e in particolare nella Striscia di Gaza. Per chi volesse sostenere questi progetti può fare una donazione cliccando qui.

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