L'ultima provocazione pseudoteologica del patriarca di Mosca
La guerra di Vladimir Putin contro l’Ucraina è diventata ufficialmente una “Guerra Santa”. Lo ha deciso il “Concilio mondiale del popolo russo”, un organismo nato nel 1993 in seno alla Chiesa ortodossa russa e composto da laici, accademici, ecclesiastici, militari e politici.
Riunito nella Sala dei Sinodi ecclesiastici della Cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca sotto la presidenza del patriarca Kirill, lo scorso 27 marzo questo organismo ha approvato un documento intitolato “Presente e futuro del mondo russo”, dove si legge: “L’Operazione militare speciale è una Guerra Santa, nella quale la Russia e il suo popolo, difendendo l’unico spazio spirituale della Santa Rus’, adempiono la missione di ‘Colui che trattiene’ (‘o Katéchon’, cfr 2 Tessalonicesi 2,7), proteggendo il mondo dall’assalto del globalismo e dalla vittoria dell’Occidente caduto nel satanismo”.
Nel concreto l’obiettivo della "Guerra Santa" è ricondurre "l’intero territorio dell’Ucraina moderna (…) nella zona di influenza esclusiva della Russia. La possibilità dell’esistenza su questo territorio di un regime politico russofobico ostile alla Russia e al suo popolo, così come di un regime politico governato da un centro esterno ostile alla Russia, deve essere completamente esclusa". Dunque il governo ucraino deve sceglierlo Mosca.
L’atto conciliare, letto e approvato “ex post” dal Santo Sinodo della Chiesa ortodossa russa, sostiene dunque che il popolo russo stia difendendo, armi in pugno, “la propria vita, libertà, identità civile, religiosa, nazionale e culturale, nonché il diritto di vivere sulla propria terra entro i confini dello Stato russo unito”. Per “Stato russo unito” si intende anche l’Ucraina, insieme alla Bielorussia: è la quintessenza dell’ideologia del Russkji Mir, “mondo russo”, che - come si legge nel documento - considera sia gli ucraini, sia i bielorussi come gruppi “sub-etnici”.
Evidentemente il patriarca Kirill, capo della Chiesa ortodossa russa, non coglie la stridente contraddizione che esiste tra considerare gli ucraini come facenti parte del proprio popolo da una parte, e massacrarli dall’altra. Con questo “atto conciliare” sembra essere arrivata la conferma che la guerra in Ucraina durerà ancora a lungo.
Aspettiamo ancora che il Consiglio ecumenico delle chiese, che annovera tra le sue 350 chiese membro anche la Chiesa ortodossa russa, prenda le distanze da questa nuova provocazione di ordine pseudo-teologica, dai risvolti oscuri non solo per le chiese e il loro annuncio in Europa, ma per l'Europa tutta.