Con Lutero, 506 anni fa, nasce la teologia della “giustificazione per fede”
Il 31 ottobre 1517 Martin Lutero (1483-1546) affigge le sue 95 tesi contro le indulgenze sul portone della chiesa del castello di Wittenberg: questo atto, convenzionalmente, viene considerato l’inizio della Riforma protestante. In Svizzera, e in tutto il mondo, le chiese evangeliche ricordano questo avvenimento con culti, concerti, conferenze ed eventi.
Nato a Eisleben, nella Turingia (Germania centrale), Lutero inizia lo studio del diritto, ma in seguito a una crisi spirituale sceglie, nel 1505, la vita monastica nel convento degli eremiti agostiniani di Erfurt. Nel 1510 si reca a Roma e ne ritorna disgustato dalla corruzione e dal rilassamento dei costumi della corte di papa Giulio II (1503-1513). In un clima spirituale caratterizzato in quegli anni dal culto della morte e da una religiosità concentrata sull’efficacia delle opere religiose e morali per la salvezza, fra Martino constata l’inefficacia del sistema penitenziale tradizionale. Così, quando nel 1517 in Germania fu bandita una grande campagna a favore delle indulgenze, Lutero scese in campo, preoccupato per le conseguenze pastorali di questa pratica che oscurava il concetto di grazia, suggerendo l’idea di una salvezza a buon mercato. Con le sue 95 tesi introdusse la teologia della “giustificazione per fede” secondo cui la salvezza è donata in Cristo soltanto (Solus Christus) attraverso la sola grazia di Dio (Sola Gratia) a cui l’essere umano risponde con la fede (Sola fide). Si tratta delle tre affermazioni fondamentali della Riforma alla quale se ne aggiunge una quarta: l’autorità della chiesa sta nella Bibbia soltanto (Sola Scriptura).
“Il 31 ottobre 1517 il frate agostiniano Martin Lutero affisse alla porta della chiesa del castello di Wittenberg 95 tesi sulle indulgenze. Quella data e quel gesto sono spesso ricordati come momento d’inizio della Riforma protestante e come passaggio epocale da un monolitico mondo medievale a una nuova e moderna concezione del mondo. Le chiese evangeliche vedono in quell’evento l’inizio dello sviluppo della propria identità, la società civile vi riconosce la radice di molti valori che sono stati elaborati e precisati nel corso dei secoli successivi”: inizia così una lunga ed articolata riflessione a firma del pastore della Valposchiavo (GR) Paolo Tognina, già curatore del programma televisivo della RSI “Segni dei Tempi”, e già caporedattore di questo portale e del mensile “Voce Evangelica”. Nel suo contributo, pubblicato su riforma.it e intitolato La Riforma e il nostro futuro, si chiede se, come protestanti, sappiamo ancora parlare della giustificazione per fede alla nostra società.