L’appello dei giovani attivisti del gruppo ecumenico "Climate YES"
(ve/nev) Alla vigilia della COP27 in corso a Sharm el-Sheik (Egitto) il gruppo giovanile ecumenico “Climate YES” - composto da giovani cristiani attivisti per il clima provenienti da tutto il mondo -, ai capi di stato e di governo, ai leader religiosi e ai rappresentanti del mondo degli affari e della finanza, ha lanciato un appello a favore di una transizione ecologica globale.
“Climate YES” (acronimo che sta per Youth Ecumenical Summit), è nato nel contesto della COP26 di Glasgow (Scozia) del 2021 e della campagna metodista mondiale Climate Justice for All (CJ4A).
“Il nostro futuro dipende dalle scelte che farete”, si legge nell’appello che elenca solo gli ultimi fenomeni estremi dovuti al cambiamento climatico: dalla siccità prolungata nel Corno d’Africa alle ondate di canicola in Europa, dai tifoni in Asia agli uragani nelle Americhe, fino alle devastanti inondazioni monsoniche che hanno recentemente colpito il Pakistan. I giovani di “Climate YES”, pertanto, hanno avanzato una serie di richieste, tra cui quella di “mantenere la promessa di mettere a disposizione 100 miliardi di dollari all’anno dal 2020-2025 per le comunità vulnerabili, destinati a soluzioni di adattamento ai cambiamenti climatici”. Inoltre, sempre a beneficio delle comunità più vulnerabili, chiedono che venga creato uno strumento di finanziamento a copertura delle perdite e dei danni, il cosiddetto “loss and damage” dovuto ai cambiamenti climatici. Non ultimo chiedono anche di “coinvolgere le organizzazioni religiose nella risposta ai disastri, in quanto hanno un accesso più facilitato alle comunità colpite e alle risorse esistenti a cui attingere in caso di calamità”.
Ma per i giovani attivisti cristiani non serve solo aumentare i finanziamenti. Ci vuole una visione d’insieme che garantisca la parità di allocazione delle risorse come stabilito nell’Accordo di Parigi. A questo si aggiunge lo stop ai sussidi per i combustibili fossili, nonché a nuove trivellazioni, ma anche politiche per trasporti puliti e infrastrutture green, e per investire in nuovi posti di lavoro ecosostenibili. Infine, le giovani generazioni vanno coinvolte nella formazione ed educazione nel settore delle rinnovabili.