2000 giovani provenienti da tutto il continente riuniti ad Accra per parlare di leadership cristiana, ma non solo
(ve/gc) Un grande happening spirituale, formativo e patriottico: questo è, in sintesi, il primo Congresso cristiano panafricano dei giovani promosso dalla Conferenza di chiese di tutta l’Africa (CETA) e che ha aperto i battenti lo scorso 31 ottobre nella capitale ghanese. Vi partecipano ancora fino al 5 novembre più di 2000 giovani tra i 15 e i 35 anni.
L’Africa ha la popolazione più giovane del mondo: più del 60% dei 1,2 miliardi di abitanti ha meno di 25 anni. Una risorsa che, se adeguatamente attrezzata, potrà prendere le redini della leadership del Continente. La CETA, che ne è più che consapevole, ha promosso insieme a numerosi gruppi giovanili cristiani il primo Congresso giovanile panafricano (All Africa Youth Congress).
“Africa: My Home. My Future”: questo il titolo dell’evento che si sta tenendo presso il Pentecost Convention Center di Kasoa, Accra.
“Se equipaggiati con gli strumenti giusti e se motivati, i giovani possono cambiare il continente”, ha affermato il segretario generale della CETA Fidon Mwombeki, pastore della Chiesa evangelica luterana in Tanzania, per il quale i giovani sono la più grande risorsa dell'Africa. “Riconosciamo che il futuro del continente risiede nel potenziale dei nostri giovani come agenti di cambiamento e sviluppo”, ha aggiunto Mwombeki.
Il pastore Joseph Obiri Yeboah Mante, leader della Chiesa presbiteriana e presidente del Consiglio cristiano del Ghana, per parte sua ha detto: "La casa che vogliamo avere come giovani africani può essere costruita solo da noi e da nessun altro. Ci vogliono disciplina, creatività, saggezza, integrità, onestà, rettitudine e la grazia di Dio per costruire una casa esemplare".
Il continente sta gradualmente diventando un polo di attrazione per numerose start-up e innovatori che stanno superando ogni aspettativa e apportando contributi significativi nei settori dell’economia e della tecnologia. Di fronte a questi sviluppi, l’idea che sta alla base del grande happening, è quella di forgiare il patriottismo africano: va cioè contrastata la “fuga dei cervelli”, bisogna impedire che le migliori forze migrino verso i “paesi occidentali”, e vanno forniti loro gli strumenti per “combattere e prevenire la migrazione irregolare, il traffico di esseri umani, l’estremismo violento, la xenofobia, l’abuso di sostanze tossiche”, si legge sul sito dell’All Africa Youth Congress. Quattro sono le tematiche all’ordine del giorno: gioventù e patriottismo africano; cittadinanza attiva; giustizia e pace; dignità africana. Ma si è anche parlato di lotta alla corruzione e di giustizia climatica. Con gli hashtag #AAYC2022, #AfricaMyHomeMyFuture e #abundantafrica è possibile seguire i lavori in diretta sui social.
La CETA è un organismo ecumenico continentale che ha sede a Nairobi, in Kenya. Si tratta della più grande associazione di chiese protestanti, anglicane, ortodosse e indigene in Africa. È membro della rete ecumenica mondiale riallacciata al Consiglio ecumenico delle chiese di Ginevra. Ne fanno parte 193 tra chiese, consigli nazionali di chiese, istituzioni di formazione teologica e laica e altre organizzazioni cristiane in 42 paesi africani, in rappresentanza di oltre 140 milioni di cristiani e cristiane in tutto il continente.