Ticino, riformati riconosciuti 50 anni fa

Nel 2025 un “doppio anniversario” ricorda anche la nascita delle prime chiese riformate

22 gennaio 2025

La chiesa riformata di San Nazzaro nel Gambarogno (TI)

(ve/ln) “500+50” è lo slogan che racconta un doppio anniversario che verrà celebrato con varie iniziative nel corso del 2025. Cinquant’anni fa la Chiesa evangelica riformata nel Ticino (CERT) veniva riconosciuta come ente di diritto pubblico. E 500 anni fa nascevano le prime chiese riformate, in Sassonia e a Zurigo.

Parte integrante della società ticinese

Il riconoscimento della CERT come ente di diritto pubblico, nel 1975, fu un passaggio tutt’altro che formale, anzi, di grande rilievo per i riformati: significò anche la possibilità di proporre l’insegnamento di religione evangelica nella scuola ticinese e la possibilità di offrire un servizio di cappellania nelle carceri.
Per il pastore Stefano D’Archino, presidente della CERT, il riconoscimento fu un passo importante in primo luogo sotto un aspetto formale, perché “le chiese acquisivano a tutti gli effetti la personalità giuridica di diritto pubblico, divenendo ufficialmente parte integrate della società ticinese, alla pari di altre chiese riconosciute dalla Stato. Inoltre questo passaggio colmava una lacuna, dato che in altri cantoni i riformati erano già stati riconosciuti dallo Stato, ma ciò non era ancora avvenuto in Ticino”.

Attività a porte aperte

Stefano D'Archino

Per questo anniversario, la CERT ha chiesto a tutte le diverse componenti delle comunità regionali di impegnarsi per organizzare eventi a porte aperte, per far conoscere la storia e le attività presenti delle chiese riformate presenti sul territorio. “Verranno anche organizzate alcune presentazioni storiche – aggiunge D’Archino – per raccontare questi 50 anni, ma anche per allargare lo sguardo alla prospettiva storica e ricordare i 500 anni dalla nascita delle prime chiese riformate, in Germania e Svizzera. Auspico fortemente che questi incontri non si limitino a ricordare e celebrare momenti storici, ma sappiano parlare anche dello sviluppo, della diversificazione e del presente delle chiese riformate in Europa e nel mondo”.

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