Chiese ortodosse ed ecumenismo

La maggior parte delle Chiese ortodosse ha buoni rapporti con i protestanti, ma è poco interessata all'anniversario della Riforma

07 marzo 2016

Secondo Jennifer Wasmuth, storica delle Chiese ed esperta di Chiese orientali, interpellata dal'agenzia di stampa protestante tedesca EPD, "la Riforma è considerata un evento per le Chiese occidentali, ma che non concerne le Chiese ortodosse”. Nel corso del Concilio panortodosso, che si terrà a Creta dal 16 al 27 giugno, figureranno tra l'altro all'ordine del giorno le relazioni delle Chiese orientali con il resto del mondo cristiano. Il concilio, che avrà luogo durante la Pentecoste ortodossa, è il primo raduno di tutti gli ortodossi da oltre un millennio.

C'è la speranza che il Concilio panortodosso di giugno a Creta possa diventare una sorta di Vaticano II per le Chiese orientali. Circa 50 anni fa la Chiesa cattolica romana si era già aperta al mondo moderno. Pensa che ciò potrebbe ripetersi per la Chiesa ortodossa?
In seno alla Chiesa ortodossa sono rappresentate correnti molto differenti, alcune delle quali sono molto aperte nei confronti dell'evoluzione del mondo moderno e di conseguenza sono interessate a affrontare le tradizioni ortodosse dal punto di vista del presente. Ci sono numerosi esempi di queste correnti in ambito accademico e non soltanto nella diaspora ortodossa, ma anche nei principali paesi ortodossi come la Grecia e la Russia. Se i rappresentanti di queste tendenze potessero far sentire le loro voci al concilio, avremmo buone probabilità che il Concilio diventi un Vaticano II.
Tuttavia nulla lascia pensare che questo accadrà. Dal momento che il concilio di giugno riunirà soltanto dei vescovi, i preti e teologhe e teologi laici non potranno prendervi parte. Nessuna discussione è prevista per approfondire il dibattito prima che le dichiarazioni vengano ratificate. Il principio del consenso è stato approvato come sistema di voto; se una delle delegazioni delle 14 Chiese autocefale e dunque autonome è in disaccordo con una proposta, questa sarà respinta. Tutto è quindi rigorosamente regolamentato per evitare le controversie.

Uno dei temi previsti per il Concilio panortodosso concerne le relazioni delle Chiese ortodosse con il resto del mondo cristiano. C'è già da tempo un avvicinamento tra il Vaticano e la Chiesa ortodossa. Gli ortodossi si apriranno di più alle Chiese protestanti, che ultimamente sono state oggetto di critiche?
Questo è attualmente poco probabile. In ogni caso è incoraggiante a questo proposito vedere che lo spettro dei temi affrontati si riduce e che un argomento delicato come la benedizione delle coppie omosessuali sia stato scartato. Se il Concilio panortodosso avesse votato seguendo la posizione della Chiesa ortodossa russa, che rifiuta categoricamente questa benedizione, ciò avrebbe avuto senza dubbio conseguenze negative dirette per le relazioni tra le Chiese ortodosse e le Chiese protestanti con le quali esse conducono discussioni ufficiali.

Come vedono gli ortodossi l'anniversario della Riforma del 2017?
Ho l'impressione che la maggior parte delle Chiese ortodosse non siano particolarmente interessate all'anniversario della Riforma: la Riforma è considerata un evento per le Chiese occidentali, ma che non concerne le Chiese ortodosse. In Germania, per esempio, la Chiesa evangelica in Germania organizza regolarmente riunioni dal titolo “Tubinga II” in ricordo dell'incontro del Patriarcato di Costantinopoli con i teologi di Tubinga nel XVI secolo; questi incontri, in cui sono coinvolti alcuni ortodossi, hanno per tema il significato della Riforma per le Chiese ortodosse. Inoltre, nel contesto del dialogo tra la Federazione luterana mondiale e la comunità panortodossa, per quest'anno è previsto un evento celebrativo incentrato sull'anniversario. Tuttavia si tratta in definitiva di fatti occasionali, che non permettono di identificare un interesse autentico.

Che cosa possono imparare i protestanti dai cristiani ortodossi? Quali sono i punti di forza dell'ortodossia per quanto riguarda la pratica religiosa e la spiritualità?
È una domanda molto vasta alla quale è difficile rispondere in breve. In ogni caso ciò che distingue le Chiese ortodosse dalle Chiese protestanti è una ricchezza liturgica che permette di celebrare il mistero dell'incarnazione divina con un altro livello di intensità. Inoltre, conformemente alle credenze ortodosse, la pratica ascetica, obbligatoria, rende la pratica della fede molto più radicata nella vita quotidiana di quanto lo sia generalmente secondo i riti protestanti.

Il mondo ortodosso è di recente stato segnato da confronti interni, come il conflitto ucraino. Il Concilio panortodosso deve creare una maggiore unità tra gli ortodossi. In che misura ciò è realistico?
Non possiamo attenderci dal Concilio panortodosso che prenda decisioni di ampia portata su questioni sensibili come l'uniformazione dell'agenda liturgica. Tuttavia il semplice fatto che il Concilio abbia luogo costituisce un segnale forte sia verso l'interno, sia verso l'esterno: il Patriarcato ecumenico ha già mostrato chiaramente di essere pronto a far prevalere l'unità sugli interessi particolari, prendendo decisioni inattese che vanno in questo senso, come il riconoscimento ufficiale di Ratislav Gant, metropolita dei territori cechi e della Slovacchia. Anche il Patriarcato di Mosca, malgrado tutte le critiche, si è attenuto  ai piani del Concilio. Quando il Concilio panortodosso si riunirà a giugno, si vedrà allora nel concreto ciò che appare tuttavia discutibile sotto molti punti di vista, tenuto conto dei conflitti interortodossi precedentemente menzionati: il fatto che le diverse Chiese locali rappresentano effettivamente la stessa Chiesa ortodossa. (intervista raccolta da Stephan Cezanne, EPD/protestinter; trad. it. G. M. Schmitt)