Il Corano e l'uso della violenza

Il rapporto tra fede religiosa e uso della violenza fa discutere, soprattutto alla luce dei recenti attentati compiuti da commandos islamisti e della spietata campagna condotta dalle milizie dell'IS

17 giugno 2015

(ve/apic) Secondo Reinhard Schulze, esperto di islam presso l'Università di Berna, il libro sacro dei musulmani ordina di uccidere e di fare la guerra, ma a condizioni precise e solo in contesti particolari

Nel Corano si trovano passi in cui viene ordinato di uccidere qualcuno?
Se si intende un comandamento esplicito di uccidere, pronunciato da Dio, nel Corano si trovano quattro passaggi che contengono una tale ingiunzione. Essi precisano che in circostanze ben definite le persone che impediscono in modo violento ai musulmani di praticare il loro culto o che minacciano la religione musulmana adorando un altro Dio accanto al Dio unico (i politeisti, ndr.) devono essere uccise, a meno che non prendano le distanze dal loro comportamento. I commentatori del Corano - divisi sull'interpretazione di quei passi - tendono a collocare quelle ingiunzioni nel contesto specifico di Medina.

Dunque le altre religioni non rappresentano un tradimento per l'islam?
Il Corano considera avversarie soltanto le religioni che mettono in pericolo l'idea di un Dio unico. Può essere ad esempio, come dicevo, il caso di un culto che impedisce con la violenza la pratica della religione islamica. Ma il Corano esige di rispettare ogni altro culto, praticato in un altro luogo. I quattro versetti che contengono un comandamento di uccidere non rimettono in discussione il rispetto delle altre religioni.

I cristiani venerano un Dio trinitario. Questo non mette in pericolo il culto del Dio unico?
Dal momento che, secondo il Corano, c'è un solo Dio, il quale nell'ultimo giorno giudicherà la fedeltà degli uomini nei suoi confronti, gli ebrei e i cristiani non rappresentano una minaccia per l'islam. Da un punto di vista coranico anche gli ebrei e i cristiani possono essere fedeli a Dio. Sono considerati avversari soltanto quando impediscono ai musulmani di praticare il loro culto. Il concetto cristiano di trinità è certamente considerato erroneo, ma non è una dottrina che il Corano consideri come una minaccia.

Il Corano contiene altri appelli all'uso della violenza?
Oltre ai quattro passaggi che ho menzionato, nei quali viene formulato un comandamento esplicito di uccidere, ce ne sono altri che menzionano una situazione di combattimento. Descrivono nella maggior parte dei casi circostanze legate al fatto che a Medina i musulmani furono trascinati in una lotta violenta. Vale soprattutto per le sure di Medina più tarde, quando stava prendendo progressivamente forma una comunità musulmana. Nelle prime sure di Medina si tratta soprattutto di riferimenti alla storia biblica, nei quali un profeta è per esempio minacciato di morte oppure si riferisce di combattimenti tra persone. Si tratta di elementi narrativi mitici che compaiono anche e soprattutto nell'Antico Testamento.

Il Corano ingiunge di battersi per la propria fede?
Nel Corano ci sono due luoghi e due tempi di rivelazione differenti. La Mecca tra il 610 e il 622 e Medina tra il 622 e il 632, dopo l'esilio del Profeta e della sua comunità. Per la comunità a Medina la conquista della sovranità sulla santa casa di Dio, la Kaaba a La Mecca, rivestiva un'importanza decisiva. Gli sforzi per il recupero della Kaaba sono stati descritti come una “jihad”, una lotta. Coloro che si battevano a questo scopo erano considerati combattenti sulla via di Dio.

Ma da allora i musulmani hanno riconquistato questo luogo santo...
Con l'occupazione pacifica della Mecca da parte della comunità musulmana di Medina, nel 630, lo scopo della “lotta” è stato raggiunto. Ma la nozione retorica della lotta per Dio è rimasta e costituisce una parte della memoria storica dell'islam. Più tardi dei giuristi musulmani si sono basati su questo concetto di combattimento sulla via di Dio per stabilire norme legali che consentono di decidere quando un tale combattimento è accettabile. Ma è stato soltanto molto tempo dopo che certi movimenti islamici hanno utilizzato il concetto di jihad per giustificare le loro lotte dal punto di vista islamico. (trad. it. G.M.Schmitt)