Immagini e interviste esclusive dalla Striscia di Gaza
(ve) Un viaggio tra i cristiani di Gaza: è quanto propone sabato 25 maggio la rubrica televisiva “Segni dei Tempi” (RSI La1).
Nella Striscia di Gaza, a maggioranza musulmana, resistono, faticosamente, circa 1200 cristiani. Molti sono già andati via diversi anni fa in cerca di fortuna. Quelli che sono rimasti, per lo più cattolici, ma anche ortodossi e protestanti (è rimasto qualche evangelico battista), sono tutti duramente colpiti dal conflitto con Israele. Dopo più di 7 mesi di guerra nella Striscia di Gaza, “Segni dei Tempi” racconta la realtà della piccola minoranza cristiana.
Lucia Cuocci, curatrice del programma “Segni dei Tempi”, è riuscita a raccogliere immagini e interviste che verranno diffuse in esclusiva su RSI. Tra le testimonianze raccolte quella di Ramiz Soori che, lo scorso ottobre, ha perso tre figli: “Si trovavano, qui, nella chiesa greco-ortodossa di San Porfirio, la più antica chiesa cristiana di Gaza, colpita da un raid aereo israeliano”, dice, e aggiunge: “Io, ormai, vivo solo perché lo vuole Dio. È lui che mi vuole tenere vivo per farmi essere testimone di quello che accadrà, come l'angelo disse per la nascita di Gesù Cristo: ‘Gloria a Dio e pace in terra per gli uomini di buona volontà’”.
Invece Edward Anton, custode della chiesa della Sacra famiglia di Gaza, dice: “Ad essere onesti è un conflitto spietato. Un conflitto inutile che non sarebbe dovuto accadere, ma è successo. Credenti e non credenti, fuori o dentro le chiese, tutti abbiamo le stesse difficoltà. Non c’è nessuna differenza tra cristiani e musulmani, tutti sono obiettivi possibili dentro le moschee, chiese, case, gruppi e individui, non c’è nessuna differenza”. Secondo il ministero della Sanità di Gaza, le vittime palestinesi ad oggi nella Striscia sono più di 35.000, di cui 15.000 bambini.
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Domani sabato, 25 maggio alle 12.05 a “Segni dei Tempi” su RSI La1, in replica lunedì 27 maggio alle 23.20 su RSI La2. Completa la puntata un secondo servizio intitolato: Un ristorante persiano a Lugano, con Jalil Rabbani.