La Svizzera protegga gli eritrei

La chiesa evangelica riformata di Berna si oppone al riesame dell’asilo per gli eritrei

29 aprile 2018

(kath.ch) Il Consiglio sinodale della Chiesa riformata di Berna-Giura-Soletta ha preso conoscenza "con sgomento, preoccupazione e incredulità" del previsto riesame dello status di rifugiati di oltre 3.000 eritree ed eritrei. Reagendo all'iniziativa della Segreteria di Stato della migrazione SEM, ha inviato una lettera aperta alla consigliera federale Simonetta Sommaruga. La lettera è firmata dal pastore Andreas Zeller, presidente del consiglio sinodale della Chiesa evangelica riformata di Berna-Soletta-Giura.

Andreas Zeller, presidente consiglio sinodale Berna

Il Consiglio sinodale della Chiesa riformata di Berna-Giura-Soletta è sconcertato dal fatto che la Segreteria di Stato della migrazione SEM abbia avviato il riesame di svariate migliaia di ammissioni provvisorie di eritree ed eritrei. "La SEM ha ceduto alle pressioni politiche", scrive la Chiesa riformata cantonale nella lettera aperta indirizzata a Simonetta Sommaruga.
Eritree ed eritrei sono stati ammessi provvisoriamente e in parte hanno già investito molte energie nella propria integrazione, sostiene il consiglio sinodale riformato bernese. Se a queste persone venisse adesso revocato il permesso di soggiorno, molte di esse finirebbero nell’aiuto d’urgenza o sparirebbero nella clandestinità, poiché attualmente un ritorno sicuro al proprio paese non è possibile, dal momento che la situazione in Eritrea non è migliorata in modo significativo.

Le reazioni di molti membri di chiesa, impegnati nella loro comunità come volontari per i profughi, è di incredulità e disappunto. Questa nuova prassi, viene sottolineato da più parti, potrebbe avere “effetti devastanti”. Quasi nessuno dei richiedenti l’asilo se fosse respinto ritornerebbe in Eritrea o lascerebbe lo spazio Schengen, dicono i volontari.
La lettera inviata a Simonetta Sommaruga non è cofirmata dalla Chiesa cattolica cantonale di Berna. “Non siamo stati interpellati” è la lapidaria risposta data al riguardo dall’amministratrice della Chiesa cattolica romana del canton Berna, Regula Furrer Giezendanner.

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