Convegno su Camillo De Piaz prete di frontiera

Frate, amico di Davide Turoldo, era nato a Tirano il 24 febbraio 1918

23 febbraio 2018  |  Paolo Tognina

Religioso dei Servi di Maria, compagno di avventure di padre David Maria Turoldo, impegnato nella Resistenza contro il nazifascismo, prete scomodo prima del Vaticano II, padre spirituale di tanti credenti postconciliari: tutto questo è stato padre Camillo De Piaz, del quale ricorre il 100.esimo anniversario della nascita.

Dalla Valtellina a Milano
Camillo era nato a Madonna di Tirano, in provincia di Sondrio, il 24 febbraio 1918. Frate dei Servi di Maria dal 1934, ordinato sacerdote nel 1941 venne destinato al convento milanese del suo Ordine di San Carlo al Corso, insieme al confratello David Maria Turoldo in vista della loro iscrizione all'Università Cattolica del Sacro Cuore.

"Un prete sulla frontiera" - Segni dei Tempi RSI La1

Dalla Resistenza alla Corsia dei Servi
Nella condizione di frati e di studenti, Camillo e Davide parteciparono attivamente alla Resistenza, esperienza che segnerà profondamente la loro vita e motiverà il loro costante impegno democratico.
Nel dopoguerra, con un gruppo di amici intellettuali, fondarono, presso il convento di San Carlo, la Corsia dei Servi della quale animeranno per anni l'attività culturale (conferenze, editoria, cineforum, mostre) attorno alla omonima libreria che diverrà un punto di riferimento del mondo culturale cattolico e non, soprattutto durante il Concilio Ecumenico Vaticano II.
 Allontanato dal Sant’Uffizio da Milano nel 1957, ritornò a Tirano, ma mantenne vivi i rapporti con il mondo milanese in un ininterrotto ruolo di “tessitore di amicizie”.

Editoria ed ecumenismo
In ambito editoriale, Camillo De Piaz collaborò nel ruolo di "lettore" con le case editrici Mondadori, Il Saggiatore ed altre, e fu autore di numerose traduzioni dal francese fra cui Agonia della Chiesa?, lettera pastorale del 1947 dell'arcivescovo di Parigi cardinale Emanuele Suhard (1948), Il cristo dilacerato, di Jean Guitton (1964) e - a richiesta di Paolo VI - l'enciclica Populorum Progressio (1967).
Fu chiamato a fare parte della giuria del Premio "Gallarate", del Premio di poesia "Clemente Rebora" e, fino alla morte, del Concorso Letterario Renzo Sertoli Salis. Costanti il suo interesse per l'arte e l'impegno per la promozione di buoni rapporti con la vicina valle svizzera di Poschiavo, il Grigioni Italiano e con il mondo riformato.

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