Timida opposizione contro Putin

In Russia, a meno di sei mesi dalle elezioni presidenziali, si mobilita l'opposizione a Vladimir Putin

28 ottobre 2017

(Thomas Ferenczi) In Russia, a meno di sei mesi dal primo turno delle elezioni presidenziali, l'opposizione rialza la testa. Certamente non si fa alcuna illusione riguardo alle proprie possibilità di vittoria. Sa che Vladimir Putin sarà riconfermato per un nuovo mandato: la deriva autoritaria del regime scoraggia gran parte della popolazione e ostacola il funzionamento della democrazia.
Il principale oppositore del presidente, Alexeï Navalny, venuto allo scoperto nel 2013 presentandosi come candidato a sindaco di Mosca e ottenendo a sorpresa quasi il 30% dei voti, è perseguitato dalla polizia. Potrebbe essergli preclusa la partecipazione alle elezioni presidenziali dopo due condanne controverse per appropriazione indebita.

Timidi successi
Nonostante le manovre e le intimidazioni del potere, che cerca di mettere a tacere in tutti i modi, assassinio compreso, le voci contestatarie, una manciata di attivisti non ha rinunciato a farsi sentire. Oggi quest'opposizione può vantare un relativo successo alle elezioni amministrative del 10 settembre, in particolare a Mosca, dove è riuscita a far eleggere quasi 150 consiglieri distrettuali, facendo capo ai “Democratici Uniti”, e persino ad aggiudicarsi tutti i seggi nel distretto di Gagarinski, al centro della città, quello in cui vota Vladimir Putin. Successo simbolico il cui valore risiede non tanto nei risultati numerici (c'erano in gioco 1500 seggi) quanto nella mobilitazione suscitata da queste elezioni in una parte della gioventù moscovita.

Nuovi leader dell'opposizione
Questo movimento deve molto a Dmitri Gudkov, ex deputato divenuto uno dei capifila dell'opposizione, che ha organizzato la campagna dei suoi giovani candidati, volti nuovi in politica, che si sono lanciati in un porta a porta insolito per gli elettori nel tentativo di scuoterli dall'apatia. Dmitri Gudkov ha saputo mettere insieme un'opposizione troppo spesso divisa da rivalità personali. Ha cominciato a rispondere all'ingiunzione formulata da Jana Nemtsova, figlia dell'ex oppositore Boris Nemtsov, assassinato nel 2015: “Russia, svegliati!” (da Réforme)

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