We Shall Overcome, un inno religioso diventato una canzone di lotta e adesso anche una canzone d’amore
(ve/agenzie) Negli anni Trenta, in piena Depressione, due studenti di teologia, bianchi, allievi del teologo evangelico americano di origini tedesche Reinhold Niebuhr, Myles Horton e Don West, mettono in piedi una scuola popolare nel Tennessee. Lo Highlander Adult Education Center diventa presto un importante luogo di formazione per il movimento sindacale nel Sud degli Stati Uniti.
L’idea che anima la scuola è semplice: gli "insegnanti" imparano dagli "allievi" - minatori, contadini, operai tessili - tanto quanto gli allievi imparano da loro. Si tratta di ascoltare e di apprendere, di raccogliere la musica e le storie andando nei luoghi dove prende forma la cultura di resistenza del mondo popolare.
Lo spiritual della piantagione
Nel 1941 la moglie di Myles Norton si trova in North Carolina, per lo sciopero dei braccianti neri delle piantagioni di tabacco. E lì sente cantare uno spiritual poco noto: "I’ll Overcome, Someday" ("Ce la farò, un giorno"). Gli spiritual si trasformano facilmente in canzoni di lotta perché si prestano a un uso collettivo immediato: la forma più comune, come in "We Shall Overcome" è quella di una parte fissa che si ripete ogni volta finché tutti la imparano ("deep in my heart, I do believe": nel profondo del cuore, credo veramente che ce la farò, un giorno), e di una parte mobile, che ognuno può contribuire a cambiare e improvvisare, adattandola alle situazioni e agli stati d’animo del momento. "I’ll Overcome, Someday" va ad aggiungersi agli archivi di Highlander.
La questione razziale
Nel dopoguerra il rapporto fra Highlander e i sindacati si raffredda fino a spezzarsi: Horton e la sua scuola vengono tagliati fuori dal movimento operaio. Nel 1963, la scuola è incendiata dal Ku Klux Klan e il governo del Tennessee la costringe a chiudere. La scuola riapre tuttavia poco lontano, cambiando ruolo e interlocutori. Nel Sud, il conflitto operaio si è andato spegnendo, ma ora esplode la questione razziale. Highlander si riconverte a questa nuova causa, e comincia a formare i quadri del movimento per i diritti civili. Passa da qui Rosa Parks, la sarta di Montgomery, Alabama, che scatenerà il famoso boicottaggio degli autobus. E passa anche Martin Luther King, leader del movimento per i diritti civili.
Nel profondo del cuore, credo veramente che ce la farò, un giorno
Un manifesto di lotta
Highlander ripropone alla nuova generazione afroamericana la tradizione musicale dello spiritual e del gospel come canzone di lotta. E il movimento trova così il suo linguaggio musicale di massa. A Highlander "I’ll Overcome" è cambiata in "We Shall Overcome", dalla speranza alla certezza del futuro, dal singolare al collettivo. Pete Seeger sente cantare quella canzone nelle manifestazioni in Alabama a Mississippi, e la riporta a New York da dove la rilancia in tutti gli Stati Uniti. E oggi la riscopre Bruce Springsteen, in un disco dove le tengono compagnia non meno di altri tre spiritual passati attraverso le lotte afroamericane, e che - con la dedica esplicita a Pete Seeger (il sottotitolo è The Seeger Sessions) si ricollega a questa storia.
Religione e amore
Anche Bruce Springsteen ci mette del suo. Non è tempo di inni collettivi e di manifestazioni di massa, oggi; così la sua "We Shall Overcome" ritrova in altro modo la dimensione delle origini, non meno sentita ma più intima: "darling, we shall overcome, someday". Un inno religioso è diventato una canzone di lotta, e adesso la canzone di lotta si scopre anche canzone d’amore. Ma il messaggio è sempre lo stesso: io, noi due, noi tutti, ce l’abbiamo fatta fin qui, e ce la faremo, ancora.