Cristiani d'Egitto minoranza in difficoltà

In un Paese in cui i musulmani sunniti costituiscono la stragrande maggioranza della popolazione, circa il 10% dei 90 milioni di egiziani appartiene alla comunità cristiana copta

14 dicembre 2016

I copti d'Egitto, bersaglio di un attentato che ha fatto 23 morti, ieri, in una chiesa del Cairo, rappresentano la più numerosa e una delle più antiche comunità cristiane del Medioriente.

Minoranza dalle radici antiche
Le origini del movimento copto risalgono all'alba del cristianesimo, all'epoca in cui l'Egitto appartiene dapprima all'impero romano e poi a quello bizantino, dopo la scomparsa dell'ultima dinastia faraonica dei Tolomei, di origine greca. Il termine "copto" ha, nel greco antico, la medesima radice del termine "egiziano". L'inizio del declino dei copti coincide con le invasioni arabe del 7. secolo e la progressiva islamizzazione del Paese.

I copti sono scarsamente rappresentati nel governo egiziano

I copti sono presenti in tutto l'Egitto e in particolare nella parte centrale del Paese. Dal punto di vista sociale, si trovano in tutte le categorie, dai miserabili spazzini del Cairo ("zabbaline") alle grandi famiglie patrizie come i Boutros-Ghali (alle quali appartiene un ex segretario generale delle Nazioni Unite, ndr.). Scarsamente rappresentati nel governo, i copti ritengono di essere quasi completamente esclusi dai tribunali, dall'università e dalle forze di polizia. Essi denunciano una legislazione molto restrittiva concernente la costruzione di chiese, mentre esistono pochi vincoli relativi alla costruzione di moschee.

Il papa copto ortodosso Tawadros II

Lunga serie di violenze
Il 1. gennaio 2011, un attentato non rivendicato ha fatto 23 morti - quasi tutti cristiani - in una chiesa di Alessandria, all'uscita dalla messa di Capodanno. L'ascesa di un islam intransigente aggrava il sentimento di marginalizzazione dei copti, in particolare dopo la caduta del presidente  Hosni Moubarak, l'11 febbraio 2011.
L'8 marzo 2011, 13 persone sono uccise nel corso di scontri tra musulmani e copti, nel quartiere povero di Moqattam, al Cairo. Due mesi più tardi, altri scontri tra musulmani e copti fanno 15 morti e più di 200 feriti nel quartiere popolare di Imbaba, al Cairo, quando una chiesa è attaccata e un'altra data alle fiamme. Nell'ottobre dello stesso anno, 27 persone sono uccise, al Cairo, nel corso di una manifestazione di protesta seguita al rogo di un'altra chiesa cristiana.

Violazioni dei diritti umani
La minoranza cristiana ha subito numerose rappresaglie da parte di islamisti radicali che rimproverano ai copti di avere sostenuto la destituzione, nel luglio 2013, dell'islamista Mohamed Morsi, l'unico presidente democraticamente eletto in Egitto, un anno dopo la sua entrata in carica.
Dall'estate 2013, sono almeno 42 le chiese cristiane che hanno subito attacchi - di cui 37 sono state incendiate -, così come numerosi edifici scolastici, negozi e magazzini appartenenti a copti, afferma l'organizzazione per la difesa dei diritti umani Human Rights Watch, la quale accusa le forze dell'ordine egiziane di non essere intervenute in occasione degli attacchi motivati da ostilità religiosa. (fonte: lorientlejour.com; trad. it. P. Tognina)

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