Conosce l'aeroporto come le sue tasche

Il nuovo pastore dell'aeroporto di Zurigo-Kloten, Stephan Pfenninger, ama le persone, l'ecumenismo e il volo, ma prende raramente l'aereo

13 dicembre 2016

(Sandra Hohendahl-Tesch) L'aeroporto fa parte della sua vita. Stephan Pfenninger è infatti figlio di un pilota ed è cresciuto nel comune di Bassersdorf, a pochi passi dalle piste. Da bambino passava ore a osservare gli aerei decollare e atterrare.
Entrato in servizio lo scorso 15 settembre, in qualità di pastore riformato dell'aeroporto, in sostituzione del collega Walter Meier - andato in pensione -, ritiene che il nuovo incarico sia "un logico punto d'arrivo" della sua carriera professionale.

Ama volare, ma non prende quasi mai l'aereo

Avvicinarsi alla gente
Pfenninger ama le persone, sia quando lavora come pastore nella comunità, sia quando le incontra in quanto cappellano dell'aeroporto. "Essere attento alle preoccupazioni e alle paure della gente, essere disponibile all'ascolto, infondere coraggio", sono i compiti che questo padre di quattro figli ritiene essere i più importanti nel suo nuovo impiego.
Difficile, per lui, annoiarsi: ogni giorno transitano dall'aeroporto di Zurigo circa 70.000 viaggiatori, mentre il personale che vi lavora ammonta a oltre 25.000 uomini e donne. Insieme ai suoi collaboratori, il cappellano si rivolge a tutti, senza attendere “che qualcuno bussi alla mia porta”.

Apertura ecumenica
Seguendo le orme del suo predecessore, Stephan Pfenninger intende svolgere il proprio compito adottando una chiara apertura ecumenica. “Se qualcuno vuole parlare con me, non ha nessuna importanza quale sia la sua religione”. Tale atteggiamento lo porta a ritenere di poter accogliere anche chi professa un'altra fede o chi la pensa in maniera diversa. Il cappellano ritiene giusto che nella nuova cappella dell'aeroporto, presso la terrazza panoramica, non ci sia un crocifisso. “Tutte le religioni devono sentirsi benvenute, di conseguenza non possono mancare nemmeno i tappeti per la preghiera”.

Tutte le religioni devono sentirsi benvenute

Pfenninger si muove sicuro nel flusso di passeggeri al Check-in 2 e ogni tanto saluta qualche volto conosciuto. Il rumore delle valigie con le rotelle, gli annunci all'altoparlante, la frenesia generale non lo disturbano, anzi, fanno parte del suo mondo. Il nuovo lavoro porta con sé anche delle sfide: “Bisogna essere pronti a tutto. Il lavoro è meno pianificabile rispetto a quello nella comunità”. L'imprevisto fa parte della quotidianità. In qualità di membro del Care-Team dell'aeroporto, il quarantenne sa che cosa ciò possa significare ed è preparato ad affrontare anche situazioni difficili.

Per il bene dell'ambiente
Sorge spontanea una domanda. Perché questo appassionato d'aviazione non è diventato pilota, come suo padre? Da un lato a causa del suo forte difetto della vista e dall'altro perché “accanto al volo anche la teologia è una mia grande passione”. Pfenninger sale di rado su un aereo, sebbene gli piaccia molto viaggiare. A frenarlo, dice, è la sua coscienza ecologica. Inoltre, per una famiglia con quattro figli, i viaggi in aereo non sono il modo più economico per spostarsi.

Stephan Pfenninger è stato pastore nelle comunità riformate di Kloten, di Zurigo-Witikon e di Bülach. Ha perfezionato la propria formazione specializzandosi in cura pastorale sistemica, assistenza psicologica d'emergenza e cura pastorale nell'esecuzione delle pene e delle misure. Dal 15 settembre il suo ufficio è nei nuovi locali della chiesa dell'aeroporto presso la terrazza panoramica, a Zurigo-Kloten (da reformiert.; trad. it. G. M. Schmitt / adat. P. Tognina)

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