Berlino tra cordoglio e risentimento

Lunedì 19 dicembre un attentato con camion ariete in un mercatino di Natale ha funestato Berlino gettando la capitale tedesca in uno stato di inquietudine

25 dicembre 2016

(David Philippot) Lunedì 19 dicembre, in serata, un camion si è avventato sulla folla che si trovava al mercatino di Natale situato davanti alla Gedächtniskirche, la chiesa della Memoria. Questa chiesa luterana, distrutta dai bombardamenti della seconda guerra mondiale e poi ricostruita integrandovi le rovine, è diventata uno dei simboli della capitale berlinese.

Mercatini presi di mira
Alcune ore dopo l'attentato nei dintorni della Gedächtniskirche non c'era quasi segno di vita. Né candele né fiori, come se il quartiere si fosse letteralmente “svuotato di ogni emozione”, per usare l'espressione di una turista sbalordita. Come se i berlinesi si fossero preparati a quest'idea. Da dieci anni, continue perquisizioni nel formicaio degli ambienti islamisti, particolarmente attivi nell'ovest del paese, hanno permesso di sventare - per professionalità, o forse fortuna - decine di attentati.

Difendere la libertà
Alla fine di novembre, a Ludwigshafen, nell'ovest del paese, un ragazzo di dodici anni radicalizzato aveva già preso di mira un mercatino di Natale, diventato improvvisamente un simbolo della libertà alla tedesca. Angela Merkel, vestita di nero, lo ha sottolineato nella sua dichiarazione: “So soltanto che non possiamo e non vogliamo vivere rinunciando ai mercatini di Natale, a questi bei momenti passati in famiglia o con amici, all'aperto, sulle nostre piazze. Non vogliamo vivere paralizzati dalla paura del male, anche se può sembrare difficile in questo momento. Troveremo la forza per vivere la vita come vogliamo viverla in Germania. Liberi, insieme e tolleranti”.

Non vogliamo vivere paralizzati dalla paura del male

Questi mercatini dal profumo di cannella e di zucchero filato, come ne esistono cinquanta a Berlino e migliaia in tutto il paese, sono difficili da mettere in sicurezza. Per la sicurezza bisogna affidarsi alla vigilanza cittadina, molto presente in Germania, e a quella degli agenti in borghese. Come in qualsiasi centro commerciale di Monaco o di Düsseldorf, i controlli all'ingresso sono inesistenti, anche se il curioso si porta appresso una valigia grande come una bombola di gas.

Berlino - Attentato al mercatino di Natale

Normalità all'epoca del terrorismo
Il capo della polizia berlinese ha annunciato lo spiegamento di forze pesantemente armate nelle strade, negli aeroporti, nelle stazioni e alle frontiere. Con questo spiegamento di veicoli e di uomini nelle strade, la prima potenza del continente, che privilegia l'intelligence, si vede costretta a mostrare i muscoli. Mentre la Germania sta per affrontare un anno di elezioni legislative, il suo governo, ormai preoccupato di preservare una forma di normalità in epoca di terrorismo, deve rassicurare gli elettori.

La Germania nel mirino
Finora l'immagine dell'isola riassumeva abbastanza bene la situazione della Germania, tanto sul piano economico quanto su quello della sicurezza. Preoccupata, persino rattristata per la sorte dei suoi vicini colpiti dal terrorismo, Berlino aveva sempre compatito. Il commando dell'11 settembre 2001 aveva certamente elaborato i suoi piani malefici all'interno di squallidi appartamenti di Amburgo, ma gli aerei avevano come obiettivo l'America. Fino allo scorso lunedì sera le vittime degli attacchi terroristici, fatta eccezione per quelle della Rote Armee Fraktion, si contavano quasi sulle dita delle due mani. Il principale attentato islamista compiuto sul suolo tedesco, nel 2011, era stato dimenticato: due GI uccisi e due feriti da un dipendente dell'aeroporto di Francoforte.

La prima potenza del continente si vede costretta a mostrare i muscoli

Cordoglio e risentimento
La Germania ha però già pagato un pesante tributo: 124 cittadini tedeschi sono cadute, all'estero, per mano del terrorismo islamico. Commentando l'attentato di Berlino, Heinrich Bedford-Strohm, presidente della Chiesa evangelica in Germania (EKD), ha parlato di "violenza brutale e priva di senso".
Dopo l'attacco, il raccoglimento si mescola con il risentimento. Il dramma, molto commentato sulle reti sociali, scatena le critiche alla politica migratoria della cancelliera. Senza attendere le conclusioni dell'inchiesta, un tweet “assassino” di un alto funzionario ha definito le vittime “morti di Merkel”. Questo attentato rappresenta una cesura e rischia di accrescere la divisione in seno alla popolazione tra coloro che sono favorevoli alla politica pro-rifugiati della cancelliera e coloro che la respingono con veemenza sempre maggiore. (da Réforme; trad. it. G. M. Schmitt; adat. P. Tognina)

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