Una gloriosa sconfitta svizzera

La battaglia di Marignano segnò l'avvio del processo che portò alla neutralità elvetica. Il Museo nazionale dedica una mostra a quell'episodio. Il parere dello storico Alain-Jacques Tornare

01 maggio 2015

“La sconfitta dei confederati a Marignano nel 1515 costituì, paradossalmente, la salvezza per gli svizzeri”. Secondo lo storico Alain-Jacques Tornare “quella solenne batosta inflitta alle forze elvetiche permise alle grandi potenze europee dell'epoca di neutralizzare la Svizzera”.

La fine di un'avventura
La battaglia di Marignano oppose le truppe di alcuni cantoni svizzeri, alleati nel saccheggio del nord d'Italia, all'esercito del re di Francia Francesco I. In due giorni morirono circa diecimila soldati svizzeri, ossia la metà degli effettivi. Sebbene i soldati confederati fossero considerati invincibili, la dissociazione delle truppe dei cantoni di Berna, Soletta e Friburgo e l'attacco dell'esercito veneziano - alleato di Francesco I - volsero le sorti dello scontro a favore del re di Francia. I confederati sconfitti firmarono una pace perpetua con la Francia. In cambio ebbero oro, contratti per il reclutamento di mercenari da parte della Francia e l'annessione del Ticino. Appena in tempo prima della grande frattura delle guerre di religione.

All'alba della neutralità
“Gli svizzeri divennero, dopo Marignano, i guardiani dei passi alpini. Il loro territorio, che rivestiva grande importanza strategica, fu neutralizzato nell'interesse delle grandi potenze europee”. La Francia assunse il ruolo di mediatore nei disordini interni svizzeri. Anche se bisognerà attendere il trattato di Vienna del 1815 affinché la neutralità svizzera venga ufficialmente dichiarata, essa ha inizio all'indomani di Marignano e permette lo sviluppo dell'idea di nazione in un Paese in cui il potere è essenzialmente cantonale.
Malgrado la sconfitta, l'esistenza della Svizzera non fu messa in discussione, ma il Paese divenne dipendente dall'estero e in particolare dalla Francia. Per Parigi, la Svizzera - dopo Marignano - divenne un serbatoio di soldati da arruolare e un Paese in meno da combattere. “Il popolo non si rese conto di diventare moneta di scambio, perché tutto fu deciso da una ristretta élite”, sostiene ancora Alain-Jacques Tornare. La pace scaturita dal trattato firmato all'indomani della battaglia di Marignano durò fino alla Rivoluzione francese.

Cinquecento anni dopo
“Occultare se possibile, esagerare se necessario”: secondo Alain-Jacques Tornare è ciò che la Svizzera ha fatto della sua storia. A riprova di questo ci sarebbe il fatto che nei manuali di storia non c'è più traccia del ruolo decisivo delle grandi potenze europee nel processo di instaurazione del federalismo elvetico.
Anche se Alain-Jacques Tornare non è per l'apprendimento della storia attraverso i grandi eventi, egli sostiene che essi servono da punti di riferimento. “Abbiamo avuto e abbiamo bisogno degli altri", questa è una lezione che emerge - per chi non voglia distorcere i fatti - dallo studio serio della battaglia di Marignano e delle sue conseguenze. Gli svizzeri si sono ripresi dalla sconfitta del 1515 grazie alle forze esterne. “E perché alle grandi potenze conveniva”, continua lo storico. E oggi? “L'Europa ha ancora interesse che la Svizzera esista?”. Una domanda che Alain-Jacques Tornare lascia volutamente senza risposta. (da Bonne Nouvelle.; trad. it. G. M. Schmitt/voceevangelica.ch)

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